lunedì 27 marzo 2017
“Mi avete fatto sentire a casa”, ha detto Francesco, che ha sottolineato come a Milano si sia trovato bene con credenti e non credenti.
«Grazie ai milanesi per l'accoglienza, mi sono sentito a casa!»
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Affidiamoci a Gesù, vera “luce del mondo” e non a quelle luci false che ci allontanano dal prossimo. E’ l’esortazione levata da Papa Francesco all’Angelus in Piazza San Pietro, in una soleggiata domenica primaverile.

Il Papa ha quindi ringraziato i milanesi per la straordinaria accoglienza ricevuta in occasione della visita all'arcidiocesi ambrosiana. “Mi avete fatto sentire a casa”, ha detto Francesco, che ha sottolineato come a Milano si sia trovato bene con credenti e non credenti.

Un’accoglienza straordinaria, per una giornata indimenticabile. All’Angelus, Papa Francesco torna alla visita intensa e piena di significato all’arcidiocesi di Milano. Il Pontefice ringrazia il cardinale Angelo Scola e tutti i milanesi, credenti e non, con parole spontanee e affettuose: “Veramente, veramente mi sono sentito a casa! E questo con tutti: credenti e non credenti. Vi ringrazio tanto cari milanesi e vi dirò una cosa; ho constatato che è vero quello che si dice: ‘A Milan si riceve col coeur in man!’ Grazie!
Prima delle parole sulla visita a Milano, Francesco si era soffermato sul Vangelo domenicale incentrato su Gesù che ridona la vista ad un uomo cieco dalla nascita, manifestandosi così come “luce del mondo”.


Tutti noi siamo stati “illuminati” con il Battesimo e dobbiamo comportarci come figli della luce
Questo episodio evangelico, ha osservato il Papa, “ci induce a riflettere sulla nostra fede in Cristo, il Figlio di Dio, e al tempo stesso si riferisce anche al Battesimo, che è il primo Sacramento della fede": il Sacramento che ci fa “venire alla luce”, mediante "la rinascita dall’acqua e dallo Spirito Santo": “Il cieco nato e guarito ci rappresenta quando non ci accorgiamo che Gesù è ‘la luce del mondo’, quando guardiamo altrove, quando preferiamo affidarci a piccole luci, quando brancoliamo nel buio. Il fatto che quel cieco non abbia un nome ci aiuta a rispecchiarci con il nostro volto e il nostro nome nella sua storia. Anche noi siamo stati illuminati da Cristo nel Battesimo, e quindi siamo chiamati a comportarci come figli della luce”.


Non seguire le luci false come pregiudizio e interesse personale, Gesù è la vera luce del mondo
Questo, ha proseguito, “esige un cambiamento radicale di mentalità, una capacità di giudicare uomini e cose secondo un’altra scala di valori, che viene da Dio”. Il Sacramento del Battesimo, ha soggiunto, “esige una scelta” di “vivere come figli della luce e camminare nella luce”. Ma cosa significa “camminare nella luce”, si è chiesto il Pontefice: “Significa innanzitutto abbandonare le luci false: la luce fredda e fatua del pregiudizio contro gli altri, perché il pregiudizio distorce la realtà e ci carica di avversione contro coloro che giudichiamo senza misericordia e condanniamo senza appello. Eh, questo è pane di tutti i giorni eh? Quando si chiacchiera degli altri si cammina non nella luce, si cammina nelle ombre. Un’altra luce falsa, perché seducente e ambigua, è quella dell’interesse personale: se valutiamo uomini e cose in base al criterio del nostro utile, del nostro piacere, del nostro prestigio, non facciamo la verità nelle relazioni e nelle situazioni. Se andiamo su questa strada del cercare solo l’interesse personale, camminiamo nelle ombre”.


Beati martiri spagnoli, esempio di testimonianza cristiana eroica
Al momento dei saluti ai pellegrini, il Papa ha dunque ricordato la Beatificazione in Spagna di José álvarez-Benavides y de la Torre e centoquattordici compagni martiri, durante la Guerra civile spagnola: “Questi sacerdoti, religiosi e laici sono stati testimoni eroici di Cristo e del suo Vangelo di pace e di riconciliazione fraterna. Il loro esempio e la loro intercessione sostengano l’impegno della Chiesa nell’edificare la civiltà dell’amore”.

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