giovedì 19 gennaio 2017
Oltre tre milioni di nonni si prendono cura dei loro nipoti, sostituendosi a genitori occupatissimi
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Vi è un esercito silenzioso e operoso, molte volte claudicante, che nell’economia delle nostre famiglie ha un ruolo vitale, spesso più decisivo e costruttivo di quello delle migliaia di badanti e collaboratrici che si occupano delle mansioni domestiche. Sono gli oltre tre milioni di nonni che si prendono cura dei loro nipoti, sostituendosi a genitori occupatissimi e senza tempo. Il loro lavoro, il più delle volte oscuro e poco apprezzato lo svolgono, oltre che senza retribuzione, con la passione e la dedizione che gli deriva dal legame di sangue e dalla consuetudine di vita con bambini che li riportano nel gioioso passato, ormai perso, di genitori. In tal senso i nonni danno tantissimo, perché il loro dedicarsi ai nipoti si avvale di consumata esperienza, di un amore che vien da lontano e va più lontano, di un’attenzione impregnata dalla saggezza del loro lungo vissuto, dall’istinto di protezione che si rinnova e si fortifica nel passaggio generazionale.

Tuttavia i nonni ricevono anche molto, in termini di affettività, di occupazione del tempo libero, di finalità esistenziali. Perché, come diceva il grande geriatra Francesco Antonini «il vecchio deve sempre poter aspettare qualcuno o qualcosa, senza questa speranza, muore ». Ma oltre a questo slancio sentimentale e all’aspetto concreto come l’aiuto tangibile e fattivo offerto ai figli nella gestione della vita quotidiana dei nipoti (va peraltro ricordato che lo stretto legame tra nonni e nipoti non è pedagogicamente ottimale), vi è un altro risvolto di grande rilievo che rende essenziale e imprescindibile il ruolo dei nonni. In un periodo di enormi fatiche per tante famiglie a far quadrare i conti, l’apporto economico di moltissimi anziani è decisivo per figli e nipoti in difficoltà. Si calcola in un milione e mezzo il numero di nonni che offre aiuto economico abituale a figli e nipoti e in cinque milioni coloro che lo fanno saltuariamente. Un welfare parallelo che prospera senza alcun aiuto pubblico, e il modo più efficace e altruistico per scongiurare in parte quella realtà di cui scriveva Camus: «Non essere più ascoltati, questa è la cosa terribile quando si diventa vecchi».

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