Vicini ai «poveri» di tutti i bassifondi
domenica 20 ottobre 2019

L’odierna "Giornata Missionaria Mondiale" (GMM) rappresenta il culmine del "Mese Missionario Straordinario" indetto da Papa Francesco per celebrare il centenario della promulgazione della Lettera Apostolica Maximum Illud, con la quale Benedetto XV desiderò dare nuovo slancio alla responsabilità missionaria di annunciare il Vangelo. È un’occasione privilegiata per fare memoria del Mandatum Novum affidato duemila anni fa agli apostoli, nella consapevolezza che i credenti – come recita lo slogan della GMM 2019 – sono "Battezzati e Inviati" per vocazione.

Sono molteplici le declinazioni di questa domenica, davvero tutta "speciale". Anzitutto, perché il ministero petrino di Papa Francesco ha una forte valenza ad gentes, essendo incentrato sulla trilogia dell’evangelizzazione disegnata nei Vangeli. Essa consiste nell’affermazione della "Chiesa in uscita" perché l’andare verso ogni genere di alterità è la legge della fede cristiana; un movimento che spinge i credenti a collocarsi in "periferia", locus per eccellenza della missione; dalla parte dei "poveri", dunque di coloro che vivono nei bassifondi della Storia. È sufficiente riflettere su quanto sta avvenendo in Siria, dove moltissime persone soffrono pene inenarrabili. Per non parlare delle guerre dimenticate che insanguinano l’Africa sub-sahariana. E qui emerge a chiare lettere l’attualità della Maximum Illud promulgata il 30 novembre 1919. Fu proprio Benedetto XV – che ebbe l’ardire di stigmatizzare la Prima guerra mondiale definendola «l’inutile strage» – a spiegare che la storia della missione non poteva essere richiamata a giustificazione delle chiusure nazionalistiche ed etnocentriche delle potenze coloniali del tempo. Sollecitato da una serie di note che i missionari cattolici presenti in Cina agli inizi del XX secolo avevano inviato alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, Benedetto XV dichiarò che l’annuncio della Buona Notizia non doveva essere contaminato dagli interessi economici e militari delle nazioni colonizzatrici. «La Chiesa di Dio è universale, per nulla straniera presso nessun popolo», scrisse Benedetto XV, esortando a rifiutare qualsiasi forma di interesse, in quanto solo l’annuncio e la carità del Signore Gesù costituiscono il fondamento della missione.

Quest’anno poi, in ottobre, vi è la felice coincidenza del Mese Missionario con la celebrazione a Roma dell’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi sul tema "Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale". Le riflessioni del Sinodo Speciale, in chiave missionaria, superano l’ambito strettamente ecclesiale amazzonico, protendendosi verso la Chiesa universale e anche verso il futuro di tutto il pianeta. L’Amazzonia, infatti, è polmone del mondo. Inoltre, è multi-etnica, pluri-culturale e pluri-religiosa, metafora di tutta l’umanità che, «a difesa della vita, esige cambiamenti strutturali e personali di tutti gli esseri umani, degli Stati e della Chiesa», come si legge nel documento preparatorio sinodale. È anche importante ricordare che l’odierna GMM è stata preceduta dalla 73ª Assemblea Generale della Cei, del maggio scorso, sul tema: "Modalità e strumenti per una nuova presenza missionaria". Per quanto concerne l’impegno missionario italiano nel mondo, l’aspetto quantitativo non è confortante. Negli anni 90 erano circa 24mila i missionari, tra preti fidei donum, religiosi e religiose, laici e laiche... Oggi sono meno di 8mila, molti in età avanzata. È per questo che la fondazione Missio della Cei – che in Italia rappresenta le Pontificie Opere Missionarie – invita i fedeli a pregare il "padrone della messe" e a testimoniare la solidarietà nella colletta domenicale in favore delle giovani Chiese.

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