mercoledì 24 ottobre 2012
COMMENTA E CONDIVIDI
La manovra del Governo propone di ridurre di un punto le aliquote sui due scaglioni di reddito più bassi e contemporaneamente prevede un aumento di un punto dell’Iva da luglio 2013, simultaneamente a una profonda revisione del sistema delle detrazioni fiscali. Vi è tuttavia un nodo di fondo, per nulla sciolto.Il dibattito che è seguito all’annuncio della manovra ha infatti riproposto un problema culturale della classe dirigente italiana, che continua a non considerare la famiglia un soggetto centrale delle decisioni economiche, al pari dell’impresa. È una carenza grave, anche sul piano economico, di fronte alla caduta verticale della domanda interna. Dovrebbe invece essere ormai evidente il motivo per cui l’equità della manovra fiscale è anche una condizione necessaria per il suo successo: se non c’è equità, la partecipazione ai sacrifici richiesti diventa una lotteria sociale.La crisi finanziaria e reale è ormai riconosciuta come la più grave dagli anni Trenta del secolo scorso e i Paesi che meglio riescono ad assorbirla, e prepararsi per la ripresa che verrà, sono quelli nei quali esiste un sistema di welfare, centrale e sussidiario, che consente alle famiglie di attraversare la crisi senza drammi e alle imprese di riorganizzarsi per un mondo produttivo che cambia. Non bastano buone manovre, ma occorre che vengano messe in campo nel momento giusto. I vertici del Fondo monetario internazionale hanno dichiarato che la crisi in corso è diversa per molti motivi: il principale è che il moltiplicatore fiscale delle misure di austerità potrebbe avere un impatto molto più elevato di quello ipotizzato per le "normali" fluttuazioni cicliche. L’implicazione è davvero cruciale: l’equità non è soltanto una scelta di giustizia, ma anche la condizione necessaria per il successo della manovra fiscale.Nel caso della famiglia si tratta di riconoscere che, per riequilibrare i conti pubblici senza danneggiare la struttura economica, non si può prescindere dal vincolo dell’equità orizzontale, cioè il tenere conto della dimensione familiare, specialmente in presenza di figli. Una famiglia in cui entrambi i coniugi lavorano, con tre figli a carico, a parità di reddito familiare ha una capacità contributiva minore di una famiglia in cui i due coniugi che lavorano non hanno figli. Vi sono almeno due meccanismi automatici che consentono un riequilibrio sul piano dell’equità orizzontale: il primo è quello che viene proposto da qualche tempo dal Forum delle associazioni familiari e cioè il cosiddetto "fattore famiglia", cioè una correzione non arbitraria, ma fondata sui comportamenti di consumo, ai fini delle detrazioni e dei trasferimenti alle famiglie. Il secondo, in vigore da decenni in Francia, è il "quoziente familiare" propriamente detto, cioè la divisione del reddito per il numero dei componenti, vincolato a un tetto massimo di benefici fiscali.La politica ha solo l’imbarazzo della scelta. Le ragioni dell’equità vanno tuttavia ancora più in profondità, su aspetti che un governo di esperti tecnici dovrebbe considerare. Per esempio, la riduzione di un punto dell’aliquota Irpef rappresenta, nelle intenzioni, una riduzione della pressione fiscale sui redditi più bassi: il problema è che i redditi più bassi hanno già subito una riduzione del potere d’acquisto, pur essendo nominalmente invariata l’aliquota fiscale, perché il tasso d’inflazione su redditi e consumi più bassi è già stato di un punto più alto, fra il 2005 e il 2010, rispetto a quello relativo ai redditi più elevati. Ciò è avvenuto perché l’inflazione negli ultimi dieci anni è stata doppiamente regressiva: oltre a non tenere conto della capacità di reddito, l’aumento dell’inflazione è stato più elevato proprio per i beni di consumo più diffusi, quelli che l’Istat inserisce nel cosiddetto "carrello della spesa", cioè beni alimentari, affitti, servizi essenziali, trasporti per recarsi al lavoro. Un paniere sul quale incombe il prossimo aumento dell’Iva, destinato a peggiorare il divario già esistente.​
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: