giovedì 2 giugno 2022
Zelensky ammette: 20% del Paese preso dai russi. L'ex cancelliera condanna la brutale invasione e vengono rilanciate indiscrezioni sul cancro del capo del Cremlino, che spera nelle liti dei nemici
Guerra giorno 99: voci su Putin malato, Merkel e le divisioni dell'Occidente
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Nel 99° giorno della guerra il presidente Zelensky ammette che la Russia controlla il 20% del territorio ucraino. Un quinto del Paese, un’estensione pari a 120mila chilometri quadrati, più di un terzo dell’intera superficie dell’Italia, quasi sei volte la Lombardia. Ma i combattimenti proseguono e il conflitto non sembra vicino a una conclusione.

Nelle ultime ore è arrivata la notizia che la Gran Bretagna fornirà a Kiev sistemi missilistici M270 a lungo raggio. Lo ha confermato il segretario alla Difesa Ben Wallace parlando alla Cnn. Il piano sarebbe stato adottato in stretto coordinamento con la decisione americana di inviare il sistema di lanciatori Himars. Il governo di Londra ha spiegato che l'esercito ucraino verrà addestrato a utilizzare i lanciarazzi con gittata di 80 chilometri nel Regno Unito in modo da massimizzarne l'efficienza.

E, mentre a Bruxelles l’Unione europea è riuscita a varare il sesto pacchetto di sanzioni a Mosca, superando il veto posto dal premier ungherese Orban, contrario a inserire nella lista il patriarca ortodosso Kirill, gli Stati Uniti hanno annunciato nuove misure contro la Russia. Andranno a colpire dirigenti governativi, oligarchi e società legate a Vladimir Putin e a settori chiave dell'economia, oltre a limitare ulteriormente l'accesso alla tecnologia Usa da parte dell’Armata impegnata nell’invasione.

Se dal punto di vista militare l’ultima giornata non ha fatto registrare sviluppi particolarmente significativi (tragico il bombardamento di un monastero, avvenuto però 4 giorni fa), sul piano politico-diplomatico si segnala almeno una novità di rilievo. Ha infatti rotto il suo silenzio Angela Merkel. Nel primo discorso pubblico a sei mesi dalla fine del mandato, l'ex cancelliera tedesca ha detto che quella che il presidente russo ha scatenato contro l'Ucraina è una "barbara guerra di aggressione". Durante un incontro di sindacalisti, Merkel ha descritto come un "punto di svolta di grande portata" l'invasione, e il conflitto voluto da Putin come la "violazione più evidente del diritto internazionale" nella storia dell'Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale. "La mia solidarietà va all'Ucraina, che è stata attaccata e saccheggiata dalla Russia", ha affermato, sottolineando che non vi sono dubbi sul diritto all'autodifesa dell'Ucraina.

La presa di posizione della donna più potente di Germania – che qualcuno ipotizzava come possibile mediatrice nel conflitto per i suoi buoni rapporti con il Cremlino, concretizzati nelle relazioni economiche ed energetiche di lunga durata – riporta alla ribalta il tema della compattezza del fronte occidentale nella complicata sfida con la Russia. Il successore a Berlino della cristiano-democratica Merkel, il socialdemocratico Olaf Scholz, è sembrato spesso tentennare nella linea da tenere nella crisi, spostato maggiormente verso l’asse continentale – composto da Francia e Italia – più propenso ultimamente a una trattativa che porti al più presto a una tregua.

Gran Bretagna, Polonia e Paesi Baltici sono invece ben più orientati a un confronto muscolare che passi dalla continua fornitura d’armamenti all’Ucraina in modo da costringere Mosca al ritiro e, in prospettiva, a una politica meno imperialista in Europa. La Svezia, che chiede l’ingresso nella Nato, ha appena annunciato nuove forniture militari, compresi missili anti-nave. Su questo fronte sembrava schierato anche il Joe Biden “aggressivo” con Putin delle prime settimane, mentre ora da Washington vengono segnali più contrastanti, benché il flusso decisivo di aiuti e il sostegno dell’intelligence per Kiev non si sia mai arrestato.

D’altra parte, alcuni analisti pensano che Putin speri proprio nelle divisioni dell’Occidente per potere continuare la sua offensiva con maggiore successo. Difficile peraltro capire i veri piani del Cremlino, che resta una fortezza impenetrabile dalla quale escono voci e indiscrezioni difficilmente valutabili. Secondo il settimanale Usa “Newsweek”, anche gli 007 americani sarebbero inclini a credere che il presidente russo sia malato di cancro (anche se non sarebbe noto con quale gravità) e che sia stato oggetto di un tentativo di complotto in marzo. Entrambe le circostanze erano state fatte circolare da fonti ucraine nelle scorse settimane, senza che si trovassero conferme.

Da registrare infine che la Banca Centrale dell'Ucraina ha alzato il costo del denaro dal 10 al 25% con il primo intervento dallo scorso 24 febbraio. Si tratta di un provvedimento drastico, motivato dall’impennata dell’inflazione nel Paese in guerra, in maggio arrivata al 17%. Tutti segnali di una difficilissima resistenza per Zelensky e l’intera popolazione. Una nota di distrazione dalla tragedia e di conforto al combattivo spirito dei cittadini in queste ore è però venuto dalla nazionale di calcio, che è riuscita a partecipare agli spareggi per i Mondiali in Qatar. Battuta la Scozia 3-1 con un’impresa celebrata in patria, domenica gli undici azzurro-gialli sono attesi dalla finale con il Galles. Date le circostanze, la qualificazione sarebbe un risultato eccezionale, non solo sul piano sportivo.

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