sabato 30 aprile 2022
Voci su una possibile svolta nella tattica di Putin, ma basta leggere quello che scrivevano gli analisti di Kiev prima dell'invasione per capire la rigidità del Cremlino. Cattiva notizia per la pace
Guerra giorno 66: Mosca dimostra di non sapere leggere la realtà. Un rischio
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Il giorno 66 della guerra si chiude con i missili su Odessa e con l’apprensione per i civili ancora intrappolati nell’acciaieria di Mariupol. Su tutto il fronte orientale gli scontri proseguono, senza vere svolte militari. L’apparente difficoltà russa ad avanzare nel Donbass dà la stura alle speculazioni più varie. Putin si appresterebbe, si dice da fonti britanniche, a proclamare il 9 maggio una mobilitazione nazionale per reclutare più combattenti da inviare in Ucraina. Non l’annuncio di una vittoria, quindi, ma l’ammissione implicita della forza della resistenza di Kiev.

Con le nuove forniture di armi in arrivo, quelle americane ma anche i carri armati polacchi, l’esercito di Zelensky può rafforzarsi ulteriormente e creare nuovi grattacapi all’Armata russa. Si registra in questo senso un maggiore attivismo del presidente. Dal Cremlino avrebbe chiamato in questa settimana i leader di alcune ex Repubbliche sovietiche e numerosi capi di Stato e di governo africani. Inoltre, ha presieduto la periodica riunione del Consiglio di Sicurezza della Federazione, che raccoglie 13 membri, tutti presenti secondo le cronache. Non è un dettaglio irrilevante, stanti le purghe e gli arresti dei presunti responsabili degli insuccessi sul terreno e sui mari.

In tema di rinnovo dei comandi, non ha ancora trovato conferma ufficiale lo spostamento in prima linea del generale Valerij Vasil'evič Gerasimov, capo di Stato maggiore delle Forze armate russe. La mossa avverrebbe poco dopo l’insediamento al comando delle operazioni del generale Aleksandr Vladimirovich Dvornikov, veterano della Siria e convinto assertore dei bombardamenti a tappeto, già sperimentati su Aleppo. L’affiancamento segnala che anche il nuovo responsabile dell’offensiva in Ucraina non ha soddisfatto il Cremlino? Non necessariamente. Potrebbe anche volere dire che raggiungere un risultato positivo è tanto importante da dovere impiegare i migliori e più fidati uomini al vertice del Paese insieme con lo Zar.

È innegabile, dopo 66 giorni di guerra, che l’approccio strategico di Mosca sia stato poco efficace (e ciò è positivo visto dall’Ucraina), ma indica anche una certa miopia dei decisori e una mancanza di flessibilità. Ciò può ripercuotersi sul piano politico-diplomatico. Un’ostinata fiducia nella propria prospettiva e un’incapacità di adeguarla alla realtà si avvicina a forme paranoiche, quelle che qualcuno attribuisce, senza peraltro elementi probanti, allo stesso presidente Putin.

Se non abbiamo conferme sul piano clinico, ampia documentazione c’è sul piano militare. Basta andare a rileggersi un editoriale pubblicato il 15 febbraio da Illia Ponomarenko, l’inviato di difesa e sicurezza del “Kyiv Independent”, una testata online in inglese nata recentemente a Kiev che garantisce un’informazione puntuale sul Paese e ora sul conflitto. Ponomarenko scriveva che se anche la Russia attaccasse, la caduta dell’Ucraina non sarebbe così scontata. L’offensiva è arrivata nove giorni dopo, e le previsioni fatte nell’articolo si sono quasi tutte avverate, a danno dell’Armata di invasione.

Possibile che nei palazzi degli occhiuti apparati di Mosca nessuno avesse letto e preso nota? Scriveva Ponomarenko, per segnalare che la conquista non sarebbe stata una passeggiata: “Il problema è che, per esempio, scendendo dalla Bielorussia attraverso la zona di Chernobyl a Zhytomyr, le truppe russe dovrebbero passare centinaia di chilometri di fitte foreste e paludi. Non una via adatta per una guerra lampo. Inoltre, vicino a Zhytomyr, i russi avrebbero a che fare con la famosa 95a brigata aviotrasportata, una delle migliori formazioni di combattimento dell'Ucraina”. Tutto confermato.

“A sud di Kiev, a Bila Terkva, ci sarà la 72a brigata di fanteria meccanizzata - una delle formazioni più combattive dell'Ucraina, con la quale ho passato un po' di tempo nelle trincee del Donbas. A Dnipro, le forze russe possono aspettarsi un caldo benvenuto dalla leggendaria 93a brigata meccanizzata e dalla 25a brigata aviotrasportata. A Mykolaiv, la 79a aviotrasportata è di guardia”: le perdite di Mosca sono state infatti pesantissime.

E ancora: “L'Ucraina ha già dimostrato che può mobilitarsi e combattere. Provate a immaginare cosa succederà se la Russia scatenerà una guerra totale. Secondo le stime, l'Ucraina potrebbe ritrovarsi con quasi 500.000 uomini e donne armati. Non dimenticate che i soldati ucraini combatterebbero sulla loro terra - a differenza dei loro avversari russi, molti dei quali sono reclutati nell'Estremo Oriente. Non consiglio di sottovalutare la rabbia di chi lotta per le proprie famiglie e le proprie case”. Esattamente la resistenza che ha stupito il mondo.

E infine: “L'opzione più elementare è quella di usare la tattica dei piccoli gruppi. Per dirla semplicemente, i militari e i paramilitari ucraini potrebbero disperdersi in piccole squadre, difficili da individuare. Metterebbero in crisi i russi con assalti a sorpresa, colpendo apparentemente dal nulla. Interromperebbero le catene di rifornimento, bloccandole in una guerra lunga ed estremamente brutale in cui nessuno vorrebbe trovarsi. Ed è anche il momento di menzionare le moderne armi anticarro e antiaeree fornite dall'Occidente. Dietro ogni rovina, ogni albero e filo d'erba, potrebbe esserci una squadra con lanciatori, pronta a trasformare i convogli corazzati russi in mucchi di rottami fumanti”.

Proprio quello che è tragicamente avvenuto. Potrebbe significare che se il Cremlino si intestardisce, non c’è modo che cambi idea. Non una buona notizia per la pace.

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