venerdì 19 maggio 2023
Colpito deposito di armi con uranio impoverito, dice la Russia. Ma l'esplosione è di sabato, non c'è conferma dall'Aiea. Forse tentativo di diffondere panico fruttando i social media. Zelensky a Gedda
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La guerra in Ucraina è giunta al giorno 450, segnato da significativi sviluppi politici e da un allarme lanciato dalla propaganda russa destinato a suscitare notevole preoccupazione, ma molto probabilmente per la gran parte infondato. Nelle stesse ore in cui il presidente Volodymyr Zelensky volava a Gedda per una non scontata partecipazione al vertice della Lega araba e dal G7 arrivava un via libera alla consegna di caccia F16, il segretario del Consiglio di sicurezza di Mosca, Nikolai Patrushev, ha affermato che una "nube radioattiva" provocata dalla distruzione di munizioni con uranio impoverito fornite da Londra all'Ucraina si sta dirigendo verso l'Europa occidentale, e un aumento delle radiazioni sarebbe stato già registrato in Polonia.

La notizia è tale da suscitare apprensione, se non panico. Ma sono molti gli elementi che fanno dubitare del fondamento dell’intera vicenda. Sembra innanzitutto che la comunicazione da fonti istituzionali russe arrivi a quasi una settimana dal presunto episodio scatenante, una fortissima esplosione a Khmelnitsky, quando sui canali social da giorni si era già diffusa, da parte di blogger filo-Putin o critici verso l’Occidente, una narrazione allarmistica.

Si può quindi provare a mettere in fila quello che è noto dopo la denuncia fatta da Patrushev, nella tarda mattinata del 19 maggio. Nelle prime ore di sabato 13 maggio, mentre Zelensky era in visita a Roma, nella zona di Khmelnitsky, città dell'Ucraina occidentale capoluogo dell'omonimo oblast e dell'omonimo distretto, un enorme fungo si è levato in cielo dopo lo scoppio di quello che potrebbe essere un grande deposito di munizioni, colpito quasi sicuramente da un attacco russo. Il fatto è stato segnalato nel quotidiano bollettino di guerra ucraino, senza specificare le caratteristiche dell’obiettivo. Numerosi i feriti.

Già poche ore dopo è cominciata a circolare sui social media e i canali Telegram una ricostruzione secondo cui nel sito distrutto vi erano proiettili con uranio impoverito destinati ai carri armati e inviati dalla Gran Bretagna, che in effetti aveva annunciato la fornitura. In base ad alcune fonti non verificate, nel raid sarebbero stati distrutti missili e altri armamenti appena giunti anche dall’Italia. Il tutto per un valore stimato – anche se non è chiaro chi possa avere fatto tale calcolo – in ben 500 milioni di euro. Successivamente, sono circolate immagini di infermieri e medici impegnati nei soccorsi vestititi con tute bianche e mascherine.

Ciò indicherebbe che vi era una contaminazione in corso. Ma le protezioni visibili nel filmato non sono adatte a schermare le radiazioni, forse sono più utili a evitare contagi da Covid-19. A confermare l’allarme radioattivo anche un presunto avviso stampato in cirillico che sarebbe apparso in città. I dati delle radiazioni gamma inoltre sarebbero stati in aumento nelle ore dell’esplosione da circa 100 nanosievert all’ora a 150 nanosievert, valori comunque molto bassi e non dannosi per l’organismo.

Qui si possono riscontrare altre incongruenze. Come riferito anche da “Newsweek”, un grafico postato dall’utente Twitter molto seguito Gateway Pundit e in altri messaggi sembra mostrare un improvviso incremento nei livelli di radiazione. Ma l'aumento effettivo comincia l'11 maggio, almeno 48 ore prima dell’attacco a Khmelnitsky. Inoltre, i cambiamenti nei livelli di radiazione sembrano essere piuttosto lievi. Per fare un confronto, sono stati registrati 165 nSv/h a Charkiv l'8 maggio e quasi 500 vicino alla zona di esclusione di Chernobyl nell'ultima settimana.

C’è poi il fatto che la stessa Agenzia atomica internazionale (Aiea), mobilitata ai massimi livelli in Ucraina per i rischi alla centrale di Zaporizhzhia, non ha lanciato alcuna allerta. Si sarebbe informata della situazione ma non avrebbe avuto alcun elemento di preoccupazione per la zona di Khmelnitsky. La stessa Aiea ha più volte sottolineato che l’uranio impoverito ha una tossicità chimica (dovuta alle particelle diffuse dal suo uso nei proiettili per renderli più penetranti) ed è quindi certamente pericoloso e fortemente sospettato di essere cancerogeno, non può creare tuttavia una nube radioattiva del tipo descritto da Patruschev. Sempre che nel deposito di Khmelnitsky vi fossero davvero armi ad uranio impoverito e non vecchi missili di era sovietica come riferito da altre fonti.

Successivamente, l'Agenzia atomica polacca ha precisato di non avere ricevuto alcuna notifica di emergenza radioattiva, spiegando di essere "in costante contatto con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, l'Autorità di regolamentazione nucleare ucraina" e di aver accesso "al Sistema Internazionale di Notifica Precoce di Emergenza Radiazioni". “La situazione nel Paese è normale": i picchi "osservati negli ultimi giorni in Polonia, ma anche nel resto d'Europa, non sono insoliti" e si "verificano regolarmente" con le piogge, si legge in un comunicato.

Sembrerebbe quindi che Mosca abbia approfittato della crescente onda di disinformazione per provare a diffondere paura e a dividere le opinioni pubbliche occidentali rispetto alla fornitura di armi alla resistenza ucraina. E di armi ha parlato Zelensky a Gedda, focalizzandosi però sugli aspetti diplomatici, lanciando un appello ai Paesi arabi affinché sostengano "la formula di pace" in 10 punti elaborata da Kiev per mettere fine "alla guerra, alla sofferenza e al male". Il leader ucraino ha quindi rivolto un "nobile appello a tutti voi per aiutare a proteggere la nostra gente, compresa la comunità musulmana ucraina" e ha ricordato che la Crimea è stata la prima regione "a soffrire dell'occupazione russa", indicando che "coloro che hanno dovuto subire l'occupazione sono musulmani".

La partecipazione di Zelensky segna un punto nella sua strategia diplomatica, perché la Lega araba non è certo compatta nel sostegno alla causa ucraina. La Siria (appena riammessa) è schierata pienamente con Mosca, e anche l’Algeria è stata critica rispetto all’invito rivolto dall’Arabia Saudita al presidente della nazione aggredita. L’obiettivo è quello di ampliare l’isolamento di Putin e di fare che sì che un numero sempre maggiore di Paesi si schieri per una condanna della guerra avviata dalla Federazione il 24 febbraio 2022.

Ma le notizie positive sul fronte militare per Kiev arrivano anche da Hiroshima, sede della sessione giapponese del G7. Il presidente americano Biden ha dato sostanziale via libera agli alleati che vogliono cedere alcuni caccia F16 all'aviazione ucraina e permetterà l'addestramento dei piloti, finora impedito. I Sette Grandi stanno anche discutendo di come aumentare le sanzioni a Mosca e spingere per il ritiro russo dal Paese aggredito. La decisione sugli aerei da combattimento è stata definita "storica" da Zelensky, che potrebbe arrivare domenica in Giappone per partecipare dal vivo alla fase finale del summit.

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