Riduzionismo e negazionismo riemergono sempre
martedì 24 luglio 2018

Parole in libertà. Si scrive, si legge, si informa rettamente, si confondono le idee... Ognuno, poi, crede a quello che meglio gli aggrada, a quello che ritiene giusto o che gli fa più comodo. «La terra dei fuochi è una bufala» ha titolato un quotidiano italiano domenica scorsa. «Le prove sono schiaccianti», ha aggiunto. Amen. Il dato è tratto. Si è messa finalmente la pietra tombale alla civilissima lotta che cittadini onesti hanno intrapreso da anni.

«E il nome di Sergio Costa è legato a doppio filo a questa bufala». Punto. Il generale Costa, oggi ministro dell’Ambiente, sarebbe dunque all’origine di questa presunta, orribile e disonesta bufala. Non è mia intenzione scendere nella questione politica dalla quale mi tengo alla larga, ma insozzare Costa quando con i suoi uomini si è speso per la Campania e la sua gente non è consentito a nessuno. Anche se nella triste e mortale storia della «terra dei fuochi» non sono mai mancato, sin dall’inizio, negazionisti o riduzionisti. Un vizio grave, una tentazione e strategia ritornanti. Sabato sono stato a Casalduni, nel Beneventano, un nome che alla maggior parte degli italiani non dice niente.

Eppure in questo piccolo paese e nel paese accanto, Pontelandolfo, il 14 agosto del 1861, in risposta all’uccisione da parte dei briganti di 41 soldati del regio esercito, furono stuprate, massacrate, bruciate centinaia di persone. La rappresaglia punì in modo atroce donne, vecchi, bambini, invalidi. Una pagina vergognosa della nostra Italia appena unita. Che fatica, ancora oggi, fanno gli storici perché la tragedia delle foibe venga conosciuta e studiata dai nostri giovani. Si nega. Per interessi, per ignoranza, per coprire gli amici, per paura di essere coinvolti in qualche reato del passato.

E si arrivano a scrivere cose da far impallidire. Un qualsiasi italiano serio si chiede: 'Ma se la terra dei fuochi è una bufala perché mai fu varata una legge proprio sulla terra dei fuochi nel febbraio del 2014? Colluso e bugiardo anche il Legislatore? E l’altra sui reati ambientali di cui oggi ci vantiamo? Tutti falsi le decine e decine di video che i volontari andavano riprendendo? Tutti bugiardi i giornalisti? E l’intero corpo forestale? e l’Arpac? E l’allora ministro dell’ambiente Andrea Orlando che da Caivano volle chiedere perdono alla nostra gente per i danni subiti da alcuni furbi e disonesti industriali del Nord? False le dichiarazioni dei pentiti? Anche i magistrati dunque furono presi per i fondelli da costoro? Schiavone, Vassallo, Perrella tutti bugiardi? E i riscontri?'. Una cosa è certa: tutti i terreni che dagli uomini della Forestale al comando del generale Costa venivano scavati hanno sempre vomitato veleni e rifiuti di ogni tipo. Quindi erano autentiche discariche illegali. E sulle discariche non si coltiva. Stop. I cittadini hanno alzato la voce in un silenzio assordante della politica locale e regionale.

Capisco che questo oggi dà fastidio. Giornali onesti e seri come quello che avete tra le mani hanno raccolto il loro grido, sono venuti, hanno documentato. Non hanno mai tirato conclusioni affrettate, ma hanno sempre chiesto alle legittime autorità di fare luce. La mappatura dei terreni era indispensabile per mettere al riparo i terreni sani da quelli inquinati. La Chiesa campana è scesa accanto alla sua gente, ha chiesto che fosse fatta luce su uno scempio dalle dimensioni immani. I cittadini, non le legittime autorità, hanno messo in relazione il lavoro in nero con l’inquinamento, e sono andati a raccontarlo al Senato, alla Camera, a Bruxelles. I roghi tossici che ci ammorbano la vita, oltre ai rifiuti urbani, bruciano gli scarti di pellami e di tessuti delle mille fabbrichette fuorilegge. I cittadini, non una volta sola, hanno chiesto – inutilmente fino a oggi – che venissero tracciati i Tir zeppi di scarti industriali che si spostano da una regione all’altra senza alcun controllo. Sempre i cittadini si chiedono come mai in questi ultimi due anni, centinaia di siti per stoccaggio di immondizie sono andati alle fiamme sprigionando diossine. Il problema è più grande di quanto gli ingenui possono ingenuamente credere. E i maliziosi possono maliziosamente pensare.

Dietro la 'munnezza' ci sono i soldi. Tanti, tanti, tanti soldi. Ci sono omissioni, collusioni, ambiguità, corruzioni. Che poi nella «terra dei fuochi» si muore di cancro come si muore altrove non è proprio una bella notizia. Vuol dire solo che altri territori non stanno meglio di noi e bene si farebbe ad aprire gli occhi. Ma vuol dire anche che le patologie tumorali da noi sono aumentate, visto che solo 30 anni or sono nella nostra Campania felix ci si ammalava e si moriva di cancro molto di meno che nelle industrializzate regioni del Nord.

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