Strisce pedonali. Rispettate e no: due facce (non solo) dell'Ampezzano
mercoledì 8 gennaio 2020

Gentile direttore, le scrivo in preda ad un po’ di sconforto nel notare che le cattive abitudini di questo Paese, la scarsità endemica di senso civico sono tutt’altro che guarite. Nella Cortina d’Ampezzo, tutta Woolrich e Porsche, tutta struscio di vip e Cooperativa, che si appresta a ospitare Mondiali e Olimpiadi tirata a lucido e internazionale come non mai, vi è qualcosa che la tiene tipicamente lontana dalle località europee più rinomate, qualcosa che stride colpevolmente e nell’indifferenza dei più, alla luce delle statistiche terribili in un Veneto che conta tragicamente 16.000 morti in trent’anni sulle sue strade: le strisce pedonali e la loro mancata osservazione da parte dei tanti autisti di bolidi che sfrecciano attorno all’anello stradale della perla dolomitica. L’endemica carenza di senso civico italico non risparmia nemmeno questa ridente località montana. Tutt’altro. Mi trovo qui per dei progetti di lavoro da un po’ di mesi e spesso, dovendo lasciare l’auto fuori dal centro, sono costretta ad attraversare le strisce pedonali che sembrano quasi invisibili ai più provetti piloti repressi dal traffico di casa in città da sfogare qui, tranne alle targhe provenienti dal nord Europa, puntuali nel rispettare la precedenza dei pedoni. Vi lascio immaginare all’interno delle auto di grossa cilindrata e non, che non si fermano, gli atteggiamenti snob degli automobilisti: c’è chi fa segno che non ti ha visto, chi smanetta al cellulare, chi se la ride o impreca perché con la mano gli hai ricordato che avrebbe dovuto farti passare. Qui si parla di rispetto della vita, non di questioni secondarie. Ci vuole uno scatto di civiltà, altrimenti Olimpiadi o meno saremmo sempre indietro anche in questo e non sarebbe un gran bel biglietto da visita di fronte al mondo intero.

Anna Grillo Belluno

Mi dispiace per la sua amarezza, gentile amica. Anche perché la mia esperienza è diversa. Ammetto – sia chiaro – di conoscere Cortina d’Ampezzo e il suo traffico solamente d’estate, quando da qualche anno ci arrivo in luglio, per una delle tappe più intense e suggestive del piccolo- grande giro d’Italia delle “Feste di Avvenire”. Ebbene, cito spesso il fatto che in quella splendida capitale dolomitica tutte le persone al volante sembrano rinsavire. Ho verificato, cioè, che le strisce pedonali vengono rispettate da tutti – residenti, villeggianti e turisti di passaggio – non so se per seria educazione stradale, per gentilezza d’animo o per felice “contagio” da parte dei giusti usi locali. Comunque sia, un successo. Ripetutosi anno dopo anno. Il mio non è un abbaglio, glielo assicuro. Ma poiché non dubito della sua testimonianza, posso solo augurarmi che l’estate contagi anche l’inverno ampezzano... e i suoi frequentatori. Con la neanche troppo nascosta speranza che il Codice della strada e la buona educazione che impongono di rispettare gli attraversamenti pedonali abbiano vigenza effettiva (e non intermittente) sull’intero territorio nazionale! Recentissimi fatti di cronaca ci hanno ricordato in modo drammatico quanto sia importante.

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