martedì 16 ottobre 2012
COMMENTA E CONDIVIDI
​In un mondo in cui sembrano fare "audience" solo il dolore e le negatività qualcuno sembra deciso a piegare a questa logica anche aspetti "normali" (anche quando diventano eccezionali...) della quotidianità: le nuvole e i nuvoloni, le piogge e gli acquazzoni. Come se non bastasse la negatività che assorbiamo attraverso dosi d’urto di cronaca nera propinate da troppi mass media italiano, come se non bastasse lo smarrimento provocato dai bollettini dal fronte della crisi economica e da certi desolanti resoconti della vita politica e istituzionale, ora anche i temporali ci portano in casa raffiche di sgomento e paura. Che possa piovere forte a ottobre e novembre, ci può anche stare. Una volta le perturbazioni di questo periodo venivano chiamate "tempeste equinoziali". Lo sapevano i marinai d’un tempo, che andavano per mare anche se i bollettini meteorologici non erano neanche stati immaginati. Lo sanno ancora meglio i marinai di oggi, che quando sentono parlare di burrasca in arrivo, con professionalità e perizia mettono in essere comportamenti adeguati: trovano un punto al riparo o cambiano rotta.Molti dei miei amici e delle persone che mi contattano su Facebook ,dopo il turbine di fosche notizie sul tempo prossimo venturo che ha attraversato le ultime ore, mi hanno domandato allarmati quale fosse il reale grado di pericolosità della situazione meteorologica. Alcuni, soprattutto residenti a Roma, mi hanno chiesto se fosse opportuno portare i propri figli piccoli a scuola... Eppure la gente "normale" dovrebbe sapere che è "normale" possa piovere in maniera forte e intensa a ottobre e che pertanto, in tali circostanze, si devono mettere in atto comportamenti adeguati. Ad esempio, se diluvia e si può ritardare una partenza, meglio farlo e lasciare che la tempesta passi. Se c’è un sottopasso allagato, meglio cambiare strada e non affidarsi a guadi avventurosi. Se alcune stanze della propria casa sono sotto il livello del terreno, meglio stare in allerta, proteggendole e facendo a meno di usarle mentre piove a dirotto. E se sono attese piogge forti e si sa che la strada di casa, in questi casi, si trasforma in un torrente, bisogna quantomeno rinunciare a usare l’auto. Non si può fare tutto, e bisogna misurarsi con le situazioni che l’ambiente in cui viviamo ci propone. Si chiama auto-protezione, ed è essenziale.Voglio dire che troppo spesso ormai viviamo una vita avulsa dall’ambiente circostante addirittura in una sorta di sfida cieca alla natura. Ma se in inverno nevica in una città dove questo fenomeno è raro o addirittura rarissimo, bisognerebbe capire che certe cose che abitualmente si fanno per un po’ non potranno essere fatte: che vanno rimandate, che non si possono sfidate gli elementi, che bisogna convivete con gli eventi. Invece, sta emergendo la tendenza a proporre piogge e intemperie, specie se violente, come un evento staccato da noi, che ci piomba addosso e che dobbiamo "combattere".Ovviamente è bene, anzi è doveroso, informare e allertare. L’informazione aiuta a salvare vite umane, e questo lo sanno soprattutto i sindaci. Ma un conto è dare notizie giuste e consigli giusti al momento giusto e un altro creare un "clima meteo-apocalittico". Facendo sì la natura e, in particolare il tempo che fa e che farà, diventi un nuovo elemento di angoscia. Non si tratta di aprire una discussione sull’esattezza o meno delle previsioni, ma è bene sapere che la divulgazione della meteorologia è materia assai delicata, che le previsioni pur essendo il risultato di seri sforzi scientifici, rappresentano pur sempre il risultato "più probabile" di complesse equazioni matematiche.Purtroppo, invece, chi è poco esperto sull’argomento, a volte fa passare attraverso i media un messaggio in cui la previsione diventa realtà. E con l’aiuto di immagini che si ritiene possano essere meglio "accettate" dal pubblico devono contenere una buona quantità di suggestione. Ma una previsione allarmistica non vale di più, e non è più vera di una ben calibrata. È vero piuttosto che il "nostro" tempo tende a non conoscere mezze misure. È un tempo che si manifesta con paurose alluvioni o con accanite siccità. Ma passa tutto, passa anche la tempesta. Che parte di un mondo in cui l’uomo non è avulso dalla natura, ma ne fa parte integrante e con essa interagisce. Lasciamoci meravigliare e scomodare dal tempo, non facciamoci terrorizzare.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: