mercoledì 27 dicembre 2017
È arrivato il momento di innovare con intelligenza e lungimiranza la nostra scuola. Siamo in tempo, basta lavorarci insieme, avendo in mente il futuro delle prossime generazioni.
Una foto dell'archivio Ansa

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Caro direttore,

ho letto con grandissimo interesse l’intervento della senatrice Annamaria Parente ('Avvenire' del 9 dicembre 2017) sul tema dell’evoluzione della scuola media superiore e della necessità di progettare nuovi percorsi formativi che permettano ai nostri ragazzi di apprendere gli strumenti della nuova economia digitale. Si parla, infatti, nella lettera di un nuovo 'Liceo Digitale'. Ritengo essenziale che su questo tema si apra al più presto un dibattito intenso e costruttivo che porti nel breve termine a un progetto di ampio respiro strategico con l’obiettivo di innovare la nostra scuola, prestando particolare attenzione agli ultimi anni, quelli delle medie superiori, dove i ragazzi iniziano a essere più consapevoli del contesto che li circonda, delle proprie responsabilità sociali e delle proprie ambizioni.

Digitale non significa soltanto entrare in sintonia con il linguaggio e le dinamiche, molto spesso, superficiali dei social network. La cultura digitale, invece, permette di comprendere come l’innovazione tecnologica, che accelera in modo esponenziale, faccia perno su un nuovo ecosistema di conoscenze che stanno rivoluzionando il modo di concepire le imprese nonché il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione. Le sfide sono molte. Se guardiamo alle aziende, occorre trovare canali di comunicazione e di distribuzione più efficaci ed efficienti, migliorare l’esperienza di consumo dei clienti, rispondere velocemente ai cambiamenti della concorrenza e del mercato, cambiare le organizzazioni per renderle più flessibili, collaborative e dinamiche. E trovare modelli di business che, sempre all’insegna della qualità e della trasparenza, possano portare nuova crescita e nuovi ricavi.

Ma questi profondi processi di innovazione riguardano anche la Pubblica Amministrazione, dove è essenziale semplificare, snellire e facilitare il dialogo con i cittadini, migliorare la qualità della vita delle nostre città e periferie, garantire standard di sicurezza più elevati e rendere l’accesso alle informazioni una sana abitudine e non una rara eccezione. Le nuove tecnologie digitali ci offrono tutte queste possibilità. Ecco perché è di fondamentale importanza che accanto alla conoscenza tecnica e umanistica, si affianchino materie e attività legate agli strumenti della nuova economia digitale. I nostri studenti potranno, così, 'allenarsi' in anticipo sulle sfide della trasformazione e digitalizzazione che i modelli di business di tutte in ogni settore stanno affrontando con grande urgenza.

Far evolvere la nostra scuola, significa anche inserire nella sua progettazione elementi formativi più 'soft' che possano accelerare e potenziare l’intelligenza emotiva e l’empatia sociale dei nostri ragazzi. Serve, infatti, una maggiore sensibilità verso le diverse emergenze sociali e anche la capacità di avere una forte visione olistica per comprendere meglio i fenomeni che, mai come oggi, accadono tutti insieme a una straordinaria velocità. L’Italia e gli italiani hanno da sempre avuto un’ampiezza di pensiero molto illuminata, basti pensare al metodo Montessori che, tuttora, il mondo ci invidia, ma che noi stessi non siamo riusciti ad alimentare e a promuovere sufficientemente. Bene, ora è arrivato il momento di innovare con intelligenza e lungimiranza la nostra scuola. Siamo in tempo, basta lavorarci insieme, avendo in mente il futuro delle prossime generazioni.

*Professore di Digital Marketing- Luiss e Luiss Business School

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