Rifiuti, mafie e fuochi. Veleno a Nord e a Sud
giovedì 10 ottobre 2019

C’era una volta una grande regione del Sud che non riusciva a smaltire correttamente i suoi stessi rifiuti. Non aveva impianti. Era in perenne emergenza. Discariche abusive, cumuli di "schifezze" per strada, roghi nelle campagne. C’erano grandi regioni del Nord dove imprenditori senza scrupoli, per risparmiare sullo smaltimento dei propri rifiuti pericolosi (e anche "in nero", cioè prodotti fuori dalle regole civili e fiscali) si rivolgevano a intermediari fuori legge per inviarli, a prezzi stracciati, proprio in quella grande regione del Sud. In mezzo, al di sopra, un po’ dovunque, c’era (e c’è) un potere mafioso, che gestisce territori, fa affari, offre spazi, uomini e mezzi. E così in quella grande regione del Sud per almeno trenta anni sono arrivati i veleni del Nord, si sono mischiati a veleni e rifiuti locali, sono stati interrati, sversati, tombati, bruciati. Moltissimi sono ancora lì. Inquinano, avvelenano, ammalano, uccidono. Pochissimi hanno pagato. Sia mafiosi che imprenditori e politici collusi, sia al Sud sia al Nord. Pochi si sono arricchiti. Moltissimi stanno soffrendo. A partire dal territorio e da chi vi abita. E gli anni passano.

C’è una grande regione del Sud che non riesce a smaltire correttamente i suoi rifiuti. Ancora non ha impianti. Fa parecchia raccolta differenziata ma male, e non sa dove mettere i rifiuti separati. I pochi impianti si riempiono, alcuni bruciano, le strade tornano a riempirsi di "monnezza" e nei campi tornano i roghi. Rifiuti urbani e resti delle attività "in nero". Ci sono grandi regioni del Nord dove imprenditori (sarebbe meglio definirli "prenditori") senza scrupoli, attraverso intermediari fuorilegge, offrono comodi e capienti spazi ad altri imprenditori senza scrupoli, anche della grande regione del Sud. I loro impianti sono strapieni? Non c’è problema. Per i rifiuti si aprono ospitali capannoni del Nord, fabbriche dismesse, resti di un’industrializzazione in affanno. Si riempiono e poi si bruciano, anche qui. Perché non è mai in affanno l’affare illegale dei rifiuti. Prezzi stracciati, carte truccate, esperti e tecnici compiacenti per mettere tutto a posto. In mezzo, al di sopra, un po’ dovunque, il potere mafioso, che gestisce territori, fa affari, offre spazi, uomini e mezzi. Per decenni nella grande regione del Sud, ora nelle grandi regioni del Nord. Ma se serve, se al Nord sentono il fiato della magistratura sul collo, tornano al Sud, molto al Sud, in territori ancor più controllati, nascosti, per ora indenni da rifiuti e inquinamenti. E comunque il servizio è assicurato, a prezzi sempre convenienti...

Non è un romanzo giallo, né una serie televisiva su qualche "Gomorra" o "Suburra". È storia criminale ed economica del Paese. È storia, anche e soprattutto, di "non scelte" politiche e amministrative che favoriscono criminali mafiosi e imprenditori criminali. È la storia che emerge dalla mega operazione "Feudo" della Dda di Milano, ma anche da altre inchieste, dalle analisi e dagli allarmi inascoltati della magistratura e perfino della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Storie vecchie e attualissime. Le tratte dei traffici sono le stesse, ma i percorsi sono invertiti. La Campania, la grande regione del Sud, da enorme discarica è diventata esportatrice di rifiuti. Le grandi regioni del Nord, la Lombardia in particolare, dopo aver avvelenato la Campania ora ne ospitano i rifiuti, avvelenando il proprio territorio. Ci sono sempre imprenditori e intermediari senza scrupoli. Ci sono sempre le mafie. Non più la camorra della "terra dei fuochi" campana (ma non è detto che sia uscita fuori...), che offriva spazi, buchi e mezzi, ma la più evoluta ’ndrangheta formato export, che dispone di esperti, preziosi colletti grigi, capaci di truccare le carte, trasformando un rifiuto tal quale in uno 'trattato', che frequentano banche e imprese. Una ’ndrangheta che accetta anche di inquinare la propria terra, la Calabria (cade un luogo comune) e che non dimentica di saper essere violenta, minacciando e sequestrando chi non sta ai patti. Cambiamenti, evoluzioni – involuzioni. Ma dietro c’è l’eterno problema italiano, l’incapacità nel gestire i rifiuti. Problema italiano, più grave in alcune regioni. La Campania sicuramente, ancora oggi senza impianti, ma anche una grande città come Roma o altre grandi e importanti regioni come la Sicilia. Una situazione che favorisce mafiosi e imprenditori collusi, al Nord come al Sud. Se le tratte si invertono, le gravi colpe della politica restano sempre le stesse. Al Nord come al Sud. Così le mafie ingrassano. Al Nord come al Sud. E i territori si avvelenano. Al Nord come al Sud.

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