Per le istituzioni educative una responsabilità civica rinnovata
venerdì 25 agosto 2023

Di fronte a tragici eventi, come il recente caso di violenza a Palermo, dove una studentessa è stata aggredita da un gruppo di coetanei, la reazione efficace di una società civile deve basarsi su una strategia integrata che tenga contemporaneamente insieme tre livelli: l’applicazione immediata delle leggi, affidata alle forze dell’ordine e alla magistratura; un quadro normativo e giuridico chiaro ed efficace, messo a punto dalla politica; un continuo investimento sull’acquisizione del senso della legge, compito di scuola e università. Le istituzioni educative, infatti, detengono un ruolo cruciale all’interno della nostra società, agendo come custodi della cultura e formando le future generazioni di cittadini. Se è fondamentale che esse possano operare senza subire condizionamenti esterni, inclusi quelli derivanti da emergenze specifiche, è altrettanto essenziale che non si isolino dalla realtà circostante. Perdendo il contatto con le dinamiche quotidiane, infatti, esse rischiano di diventare irrilevanti, trasformandosi in inaccessibili torri d’avorio, anziché essere i pilastri su cui si fonda il progresso sociale.

Di conseguenza, è vitale che tali istituzioni mantengano un equilibrio: pur salvaguardando la loro missione culturale, devono anche rimanere sintonizzate sulle mutevoli esigenze della società in cui sono immerse. Il loro obiettivo primario dovrebbe essere di coltivare menti critiche, capaci di riflessione profonda e di azione consapevole nel contesto in cui operano. Solo in questo modo potremo garantire che le future generazioni siano non solo erudite, ma anche flessibili e dotate di un profondo senso morale, di intelligenza emotiva ed empatia. Una formazione integrale che ponga al centro la persona può contribuire significativamente a prevenire la degenerazione dei valori fondamentali, come il rispetto per gli altri e la responsabilità civica. Se, da un lato, sembra che la volontà politica in tal senso non manchi, c’è da esprimere l’auspicio che non ci si limiti ad iniziative sporadiche, per quanto significative. Il superamento dell’emergenza educativa segnalata dai fatti di Palermo e, più in generale, dalla violenza di genere, richiede la sistematica attuazione di progetti che, tuttavia, non possono essere realizzati a costo zero, sovraccaricando il personale di scuole e università, già oberato di impellenze burocratiche. Soprattutto, come comunità nazionale abbiamo il dovere di rispondere ad alcune questioni da cui dipende il futuro dei nostri figli: come influisce la mancanza di risorse adeguate sulla capacità delle scuole e università di instillare valori etici e morali negli studenti?

Qual è l’effetto del finanziamento statale sull’efficacia delle istituzioni educative nel formare cittadini responsabili e consapevoli? In che modo viene garantita una distribuzione equa dei finanziamenti tra Nord e Sud? In un contesto di crescente polarizzazione e sfiducia verso le istituzioni tradizionali, scuole e università sono oggi chiamate a riappropriarsi del loro ruolo di guide moralmente autorevoli e a guidare un’offensiva culturale per una nuova responsabilità civica. Solo con una formazione completa, che consideri le implicazioni morali, sociali ed etiche, potremo aspirare a una società più equa e consapevole, dove ogni individuo sia pronto ad affrontare le sfide future con discernimento e responsabilità.

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