Urge una vera mediazione con l’apporto di noi cattolici
mercoledì 21 giugno 2023

Caro direttore,
può il Pd con l’attuale segreteria rappresentare un fattore di rinnovamento della vita democratica del Paese? È un interrogativo che riguarda chiunque sia interessato alla vitalità del sistema democratico e che acquista peso dopo la recente tornata elettorale. La Schlein ha oggi la responsabilità di portare a sintesi istanze, aspettative e sensibilità non proprio convergenti all’interno del Pd. La domanda di chiarezza è dunque grande e sconsiglia un unanimismo fittizio. Si tratta di interpretare il ruolo, fondamentale nella vita demo-cratica, di principale forza politica dell’opposizione in Parlamento e nel Paese, per farlo necessita un profilo politico e program-matico chiaro.

Poi servirà riflettere sulla stessa forma del partito, ripensando le primarie per evitare il rischio di mortificare la comunità degli iscritti. Se in un contesto deideologizzato, o comunque povero di pensiero politico, il consenso si sposta su leadership personali, tuttavia è bene che la selezione della guida del partito sia frutto di esplicite scelte politiche e non determinata dal solo carisma, spesso transitorio, del leader.

Anche per questo il Pd deve valorizzare al massimo le diverse sensibilità che rappresenta. Ciò esige di non rinunciare al pluralismo puntando a un’elaborazione culturale sui temi proposti dalla società civile e internazionale. Questa pluralità non può risolversi in mediazioni frutto di equilibri interni ma richiede apertura e ricerca di sintesi efficaci. La priorità è dare nuovo significato alla partecipazione, attraendo quanti si sono allontanati dalla pratica politica ed elettorale, e per farlo sono fondamentali i temi scelti. Per uscire dalla palude dell’astensionismo occorre delineare un profilo capace di cogliere interessi e attese rifuggendo dai cliché frequentati dalla sinistra di un tempo e da temi che risultano di élite. In primo piano sono le questioni che intercettano l’istanza di un umanesimo nuovo, che garantiscano il lavoro fonte di dignità individuale, con un salario minimo sostanziale, affrontando le diseguaglianze economiche e sociali crescenti, con un welfare a garanzia delle nuove povertà, con una redistribuzione reale del reddito. Allo stesso modo va considerata la tutela dell’ambiente, pensando alle future generazioni, una sanità efficiente che non rinunci a essere pubblica, un progetto concreto di gestione della transizione in un quadro di sostenibilità economica, una politica estera autorevole che affronti le ingiustizie planetarie fonte di migrazioni, di miseria e di guerre. Una posizione chiara rispetto a temi quali la fiscalità, l’autonomia differenziata e il presidenzialismo. Vi è poi il tema della pace e del disarmo nucleare che deve avere una sua prima concretizzazione nella soluzione della guerra in Ucraina, con una forte azione politica che le consenta di difendersi ma spinga sull’acceleratore per le trattative di pace.

Non ultima emerge l’esigenza di contribuire a elaborare una chiave di lettura delle istanze poste dai diritti civili, evitando una deriva individualista e unilaterale sui temi della famiglia, dell’omosessualità, della generazione della vita. Sono questi gli argomenti su cui la politica deve offrire mediazioni possibili e su cui può essere prezioso l’apporto della sensibilità politica dei cattolici. Una sensibilità troppo spesso ridotta a etichetta o a blocco di interessi con il rischio che alcuni, autoproclamatisi rappresentanti dei cattolici, la rivendichino come oggetto di una interlocuzione esclusiva. Si dimentica che su queste delicate questioni è urgente uno sforzo di autentica mediazione democratica, che sola può dare voce a diverse matrici culturali e identitarie nella elaborazione di una proposta politica che realizzi il bene comune possibile e sia fedele alla storia del Pd, nato come sintesi di più culture e proiettato verso un orizzonte riformatore in continua evoluzione che dovrà fare i conti anche con alcune riforme incisive e compatibili con la Costituzione.

Molti sono gli interrogativi su cui si misureranno le scelte dei prossimi mesi e, con esse, la possibilità di un ruolo essenziale di quel partito nel quadro della vita del Paese, dove la preoccupazione per il sistema democratico porta a chiedersi se di fronte all’urgenza di culture politiche nuove non occorra misurarsi anche con la sfida di partiti nuovi. L’urgenza è quella di trovare la declinazione di un fare politica che comprenda la realtà e sia espressione viva di culture politiche come condizione di esercizio di un metodo autenticamente democratico e dunque orizzonte di speranza.

Presidente di Argomenti2000

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