I Santi Innocenti ci ricordano i piccoli di oggi abusati dagli adulti
giovedì 26 dicembre 2019

Stanco ma felice di aver condiviso il messaggio del Vangelo con tantissime persone che in questi giorni sono giunte in chiesa, affamate di senso, di eternità, di Dio; eppur costrette, come tutti noi, a fare i conti con gli egoismi che non vogliono morire.

Dio nessuno mai lo ha visto, Gesù è venuto in mezzo a noi e ci ha permesso di penetrare un poco nel Mistero; ha tolto alla sua divinità un velo, uno solo, e noi siamo rimasti incantati ed esterrefatti. L’eternità non basterà a farci “saziare” di Dio.

Perciò i cristiani non hanno il diritto di annoiarsi, essere tristi, oserei dire, di invecchiare. Figli di un Dio perennemente giovane, rimaniamo giovani anche a un passo dalla morte.

“Niente adesso deve andare perduto della grazia che è passata attraverso la nostra povertà, ha invaso le nostre case, le nostre chiese, è rimbombata nei nostri animi” sussurravo a me stesso giovedì mattina. Occorre non solo fare attenzione ai venti della distrazione, ma continuare a scrutare i segni per meglio capire in che direzione agire.

“Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori” dice il vangelo. Discernere ogni giorno la volontà di Dio, è forse la cosa più importante da realizzare per non rischiare di correre invano. Giovedì, festa di santo Stefano, la Chiesa, a poche ore dal Natale, ci pone davanti il dramma del martirio. Don Fortunato Di Noto, il mio confratello impegnato nel campo della pedofilia e pedopornografia, dalla Sicilia, mi racconta che davanti alla sede di “Meter”, l’associazione da lui fondata, qualcuno gli ha fatto recapitare una scatola con dentro un Bambinello, accompagnato dalla scritta: «Questo bambino sono io. Per favore continui a gridare per me, per noi…» Firmato: una vittima. Terribile.

Coloro che portano impresse a carattere di fuoco, sulla propria pelle, le ferite sanguinanti dello stupro, della violenza, chiedono aiuto. Don Fortunato, con sofferenza, mi dice che in questo campo “ non è vero che c’è un concreto impegno di tutti, di tanti, ma solo di pochi. Migliaia di segnalazioni alle autorità competenti, milioni di bambini e di bambine già abusati che vengono quotidianamente immessi nel mercato abietto della pedopornografia. Piccoli schiavi del sesso, quasi senza età, piccolissimi prebuberi, per la perversione dei pedofili… le persone che soffrono cercano in tutti i modi di gridare… e noi dobbiamo accogliere, abbracciare, sostenere”.

Questo venerdì la Chiesa celebra la festa di san Giovanni, il giovane evangelista che, solo, rimase con Maria sotto la croce.

Sabato 28, di nuovo, gli altari e i sacerdoti vestiranno paramenti color sangue. Il sangue dei bambini che Erode fece trucidare pur di uccidere Gesù. Questi primi testimoni di una fede che non potevano comprendere, ci rimandano ai bambini di oggi. I Santi innocenti, contemporanei del bambino Gesù, ci invitano a volgere lo sguardo ai loro piccoli amici dei nostri giorni, stuprati, venduti, barattati, fotografati e filmati per il perverso piacere sessuale di tanti adulti.

A sua volta, don Fortunato ci chiede di fare attenzione a coloro – e sono tanti - che hanno interesse a negare la portata immane dello scempio. Incredibile, ma vero, non c’è tragedia umana che non abbia conosciuto l’opera dei negazionisti. Costoro confondono i pensieri, scompigliano le carte, inquinano le prove, corrompono. Ritardano i progetti di contrasto alla pedofilia dei singoli Paesi. Perseguitano, calunniano, tentano di infangare coloro che, come don Fortunato, spendono la vita per liberare da questa asfissiante prigionia, le innocentissime vittime.

Continuiamo a dar voce ai piccoli stuprati. Facciamoci avanti, prendiamo sulle nostre spalle il peso immenso che sotto cui soccombono. “ Per favore continui a gridare per me” ha implorato la sconosciuta vittima stuprata chissà quante volte. La preghiera di questa persona violentata nel corpo e nell’animo non può non ferirci il cuore.

Impegniamoci tutti, allora; facciamo ogni sforzo per sostenere e collaborare con l’opera di don Fortunato. Possano la sua voce diventare un boato che riecheggi per il mondo e lo scuota dal suo complice torpore. Possa la sua opera benedetta, anche col nostro sostegno, moltiplicarsi a dismisura per liberare dalle grinfie acuminate dei pedofili i piccoli santi innocenti dei nostri giorni.

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