Niente scontri sulle famiglie
giovedì 11 maggio 2023

Quando si discute di misure per aiutare le famiglie o di interventi per far ripartire la natalità, le posizioni tendono a dividersi seguendo due principali filoni di pensiero: da una parte chi ritiene che ai genitori debbano essere forniti aiuti economici diretti, assegni o sconti fiscali generosi, dall’altra chi sostiene che è molto più importante favorire un contesto economico e sociale dinamico, e i figli arriveranno. In realtà non si tratta di due partiti contrapposti, perché è il buon senso a suggerire che l’apertura alla vita e all’accoglienza discende da uno sguardo di fiducia e speranza nel futuro, ma nelle società avanzate ha bisogno tanto di un contesto complessivamente favorevole alle famiglie quanto di aiuti che esprimano il valore pubblico riconosciuto alla decisione di crescere dei figli. Si tratta, insomma, di trovare un buon punto di equilibrio.

Se dai concetti si passa alla realtà, tutto diventa più complicato. Oggi a Roma si apre la due giorni degli Stati Generali della Natalità, appuntamento per tradizione ambizioso negli argomenti che propone e creativo nel confronto che sa animare. Da parte sua la cronaca sta offrendo un quadro che, osservato dalla prospettiva di un genitore, è già la spiegazione, se non la giustificazione anticipata, della successione di tanti bilanci demografici depressi. È sufficiente sfogliare le pagine dell’edizione odierna di “Avvenire” per avere contezza di quanto le famiglie esprimano il bisogno non solo di essere ascoltate e capite, ma messe al centro di un’attenzione politica speciale che non dovrebbe più tradursi in occasione di scontro politico.

Gli studenti che hanno preso ad accamparsi nelle aiuole metropolitane per manifestare il disagio riferito ai costi degli affitti non stanno solo protestando per l’insostenibilità economica che comporta la condizione di universitari fuori sede. Raccontano di come la mutazione delle città stia sfuggendo al controllo sociale, trasformando i contesti urbani in territori sempre più ostili alle famiglie. Luoghi attrattivi di talenti, ma incapaci di accoglierli evitando di alimentare una selezione fondata sulla base più del censo che del merito.

Il tema dell’abitazione, uno dei fattori cruciali alla base della formazione di una famiglia, è tornato ad essere esplosivo in ragione di una politica monetaria che, terminata la stagione dei tassi a zero, sta facendo lievitare le rate dei mutui, rischiando di produrre cortocircuito dalle conseguenze imprevedibili. Stressate dal caro dell’energia e dall’aumento dei prezzi dei generi alimentari, le famiglie si trovano coinvolte in una competizione tra possessori di case e no, tra chi cerca di mantenere sostenibile (o apprezzabile) la rendita di cui dispone, e chi è costretto a rincorrere aumenti che si moltiplicano.

Una corsa che gli italiani affrontano col fiato più corto di altri. Ancora ieri l’Ocse ha segnalato che a causa dell’inflazione i redditi reali delle famiglie nell’ultimo trimestre 2022 sono scesi del 3,5%, peraltro in un contesto già critico: tra il 1990 e il 2020 il nostro Paese è stato l’unico in Europa ad aver sperimentato una diminuzione dei salari.

L’abitazione, i redditi, i generi alimentari… tutto sembra essere in tensione, e molto sembra dire che le disuguaglianze possono accentuarsi: tra ricchi e poveri, come sempre, ma in una dinamica che introduce nuove soglie, laddove la differenza può essere determinata dalla presenza di patrimoni, o di rendite e, sempre di più, di figli. Il titolo scelto da Save The Children per il Rapporto 2023 sulla maternità, in questo senso, è emblematico: “Le equilibriste”.

Racconta della gioia dell’essere mamme e del senso di completezza che restituisce la dimensione familiare, ma poi della fatica, tanta, e della stanchezza, della grande solitudine e della paura, delle difficoltà poste da un mercato del lavoro ancora spesso ostile verso la maternità e dalla cronica inadeguatezza del sistema dei servizi pubblici che dovrebbero essere d’aiuto. Un peso che grava sulle donne, filtra nella famiglia, appartiene alle preoccupazioni di ogni genitore. C’è una bellezza che resiste, nonostante tutto, facciamo in modo che possa continuare a nascere.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: