Apparizioni mariane, falsi veggenti e la fede dei semplici
sabato 18 maggio 2024

A leggere il documento vengono in mente i Rosari recitati in cortile, le processioni di quartiere, i pellegrinaggi di mattina presto al santuario che frequentavi da bambino. E, ancora, i piccoli impauriti veggenti di Fatima, Bernadette e l’ostilità degli increduli, i tanti fedeli ad accompagnare la statua della Vergine portata in spalla da chi si è preso un permesso dal lavoro. È innanzitutto la fede dei semplici, dei piccoli, degli umili quella che vogliono tutelare e abbracciare le nuove norme diffuse dal Dicastero vaticano per la Dottrina della fede «per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali». Così, nel dire che si può credere alle apparizioni di Maria ma non è obbligatorio, che il cuore del cristianesimo non sta lì, la Chiesa si rivolge all’intero popolo di Dio ma sembra parlare soprattutto a loro, a uomini e donne privi di una grande preparazione teologica, messi in guardia da quanti, per dolo o malattia, promettono la salvezza del mondo in cambio di soldi, di potere, di venire considerati guide e guru spirituali. Attenti a chi date fiducia, sottolinea il documento, ci vuole prudenza, perché tante volte a parlare non è la Madonna ma chi pretende di interpretarla, finendo quasi sempre per proporre un modello di religione apocalittico e dai contorni quasi magici. In proposito la Dottrina della fede, estendendo le norme varate nel 1978 con l’approvazione di Paolo VI, porta da tre a sei i gradi di valutazione di un presunto fenomeno soprannaturale. E riserva al solo Pontefice la facoltà di pronunciarsi sulla sua “autenticità”.

Al di sotto e, al tempo stesso, prima del Papa, il riconoscimento più aperturista è nella formula: nihil obstat, che riconosce i segni di un’azione dello Spirito incoraggiando il vescovo a valutare il valore pastorale del fenomeno e a promuoverne la diffusione. All’altro estremo del processo di discernimento, la cosiddetta declaratio de non supernaturalitate, in cui il pastore diocesano è autorizzato a dire che no, non si tratta di un’apparizione, e lo sottolinea basandosi su elementi concreti come la confessione del “falso” veggente.

In mezzo tra questi due poli ci sono altri quattro “giudizi” maggiormente sfumati così da consentire un ventaglio più ampio di posizioni all’interno di un procedimento spesso in fieri, passibile cioè di responsi differenti. La ragione sta nell’esperienza, nella memoria di episodi in cui, per esempio, un vescovo si è pronunciato in un modo e il suo successore in maniera diametralmente opposta. Una situazione imbarazzante, pur se pienamente umana, che dovrebbe essere superata dal costante coinvolgimento del Dicastero per la Dottrina della fede, che può contare su tempi più lunghi specie quando questi fenomeni o presunti tali, in virtù dello «sviluppo degli attuali mezzi di comunicazione e dell’incremento dei pellegrinaggi, raggiungono dimensioni nazionali e persino mondiali, per cui una decisione relativa a una diocesi ha conseguenze anche altrove». E qui gli esempi si moltiplicano, dalla vicenda più nota ed eclatante di Medjugorje fino a Trevignano Romano, caso relativamente recente conclusosi con la dichiarazione di non soprannaturalità.

Non ci può essere la Madonna infatti dietro messaggi che contengono errori dottrinali o paiono addirittura in contrasto con la Parola di Dio, così come non si può dare credito a presunti veggenti mossi da fini di lucro o dai comportamenti etici discutibili, se non palesemente turbati sotto il profilo psicologico. Al contrario, fanno propendere per la veridicità di una manifestazione trascendente i frutti di riconciliazione e crescita spirituale, come le conversioni, le Confessioni frequenti, l’amore per l’Eucaristia, la carità concreta verso i bisognosi. Criteri, metri di giudizio che vanno ricondotti a una regola fondamentale, incontrovertibile: i messaggi devono essere tutti orientati a Gesù, e la Madonna non può che portare a Cristo, come in occasione del primo miracolo alle Nozze di Cana quando la Vergine disse ai servitori: fate quello che vi dirà. Se una rivelazione privata, cioè il carattere di un’apparizione o presunta tale, «ci allontana» dal Signore, ha scritto Benedetto XVI, «non viene certamente dallo Spirito Santo, che ci guida all’interno del Vangelo e non fuori di esso». E i primi destinatari della Buona Notizia sono i poveri, gli ultimi, gli umili. Uomini e donne, vecchi e bambini dalla fede semplice che la Chiesa, con questo nuovo documento stringe in un caldo abbraccio fraterno, comunitario, mariano. Nel segno della Madre che non chiama mai a sé stessa ma accompagna, tutti, sempre a suo Figlio.

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