La foto ritoccata della principessa Kate e dei suoi figli - ANSA
Principessa e schiava nello stesso tempo. La futura regina Kate Middleton, alla fine si è dovuta inchinare ai sudditi e al mondo intero: «Volevo esprimere le mie scuse per l’eventuale confusione causata dalla foto di famiglia che abbiamo condiviso ieri. Come molti fotografi amatoriali, ogni tanto faccio esperimenti con il fotoritocco…».
Insomma, se l’immagine di una Kate sorridente e in forma, seduta tra i tre figli ancora più sorridenti di lei, era il tentativo di rassicurare l’opinione pubblica sulle sue condizioni dopo la misteriosa operazione all’addome subìta a gennaio, il risultato è un clamoroso effetto boomerang: la futura regina ha bisogno di utilizzare scatti risalenti a chissà quando – è il pensiero ricorrente – dunque sta così male da non poter essere ritratta? Per colmo di sventura, la gaffe monarchica arriva dopo due mesi di dubbi e illazioni causati dell’inconsueto silenzio del Palazzo sulla malattia che ha colpito Kate. Si è saputo solo che “non si tratta di tumore”, poi bocche cucite e nessuna foto, fino a quella manipolata e postata domenica sui profili social della coppia di principi.
I primi ad accorgersi del trucco digitale sono stati gli stessi follower, ormai smaliziati e “complottisti a prescindere”, in seguito le principali agenzie di stampa internazionali hanno ritirato l’immagine alterata, infine Kate stessa (o chi per lei…) ha postato un messaggio che voleva gettare acqua sul fuoco: non è stato il mio staff, sono stata io, maldestra come tanti fotografi amatoriali.
La foto ritoccata della principessa Kate e dei suoi figli - ANSA
Peccato che l’impeccabile Catherine Middleton, volto rassicurante di una corona fin troppo scossa dagli scandali, non è una “come tanti” e derubricare il falso scatto come l’innocente ritocco di una qualsiasi foto di famiglia è un secondo boomerang, violento quanto il primo: le stesse agenzie di stampa che avevano ritirato l’immagine, ora la rilanciano indicando nei dettagli le tante incongruenze, i capelli della piccola Charlotte tranciati sulla spalla, la mano di George (che abbraccia da dietro la mamma) innaturalmente interrotta dal kilt della sorella, un pezzo di golfino sparito nel nulla… Se ne deduce che ad essere fasulla è l’intera figura della principessa, ripresa da un passato felice e inserita tra i tre figli.
Ma perché tutto questo? Che sia stata la principessa o lo staff di Kensington Palace, perché ridursi a cancellare non una vergogna o una colpa, ma la malattia? Più schiava che regina, Catherine, donna di 42 anni, non ha il diritto come tutti noi di lottare contro un male, qualunque esso sia, e portarne i segni? Che c’è di sconveniente ad ammettere che la battaglia forse non è ancora terminata e a mostrarne l’umanissima fatica? Tra bagni di folla, inediti contatti fisici, battute e blu jeans, William e consorte hanno sempre tenuto a “democratizzare” il loro approccio, ora però ne hanno perso l’occasione.
Quante donne avrebbe consolato Kate mostrandosi con le sue debolezze, anziché abdicare al mito della perfezione. Quante persone l’avrebbero idealmente abbracciata, sentendola davvero “una come tanti”. Torna in mente la potenza del messaggio del papa Wojtyla malato, ancora oggi indelebile soprattutto in chi si trova a combattere sullo stesso campo di battaglia e a trovare il coraggio necessario proprio da quell’esempio.
Kate Middleton non è il Papa, è solo una giovane madre, ma che ha scelto di portare il peso della più grande monarchia rimasta al mondo, e per questo non può permettersi di barare: tra complotti veri e presunti, tra intelligenze artificiali e tecnologie sempre più abili nel creare “realtà” virtuali, se anche le istituzioni taroccano, di chi potremo più fidarci? La gaffe di Kensington Palace ha scosso alle fondamenta la fiducia popolare, perché Kate ha “mentito” come ci aspetteremmo da una qualsiasi influencer o attricetta con ansia da prestazione, non da una futura regina.
Resta la compassione per una donna che quella foto l’aveva postata nel giorno che l’Inghilterra dedica alla Mamma (10 marzo), con un testo che ora suona mesto, “grazie per il supporto negli ultimi due mesi, auguro a tutti una gioiosa Festa della Mamma”. Ancora più triste, però, è oggi la rettifica: “Chiedo scusa per la confusione causata… Spero che tutti coloro che hanno festeggiato abbiano passato una felice Festa della Mamma”. Forse lei non ha potuto farlo.