mercoledì 13 luglio 2022
Perché ci colpisce tanto la notizia della separazione di Ilary Blasi e Francesco Totti? Perché sono giorni che siti internet, giornali, riviste, telegiornali e social network non parlano d’altro?
Ma non è una scienza esatta

Ansa

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Perché ci colpisce tanto la notizia della separazione di Ilary Blasi e Francesco Totti? Perché sono giorni che siti internet, giornali, riviste, telegiornali e social network non parlano d’altro? Perché ci scandalizza la fine di un amore in una società, quella italiana, dove aumenta anno dopo anno la percentuale di separazioni e divorzi?

Perché, nonostante il crollo dei matrimoni, il fatto che anche Totti ed Ilary si siano lasciati attira la nostra attenzione?
Ce lo siamo domandati e continuiamo a domandarcelo in queste ore. Perché? In primo luogo perché di questa coppia Vip, volenti o nolenti, siamo stati tutti un po’ testimoni avendo vissuto in diretta il loro matrimonio nazionalpopolare all’Ara Coeli, le nascite e la scelta dei nomi dei figli, le lacrime per l’addio al calcio del capitano della Roma e, aumentando via via la partecipazione, l’immedesimazione. Tutto questo, rende lampante e significativo, che il matrimonio non è solo una questione privata. Non è una promessa segreta, ma una convenzione profondamente radicata nel desiderio dell’animo umano, con risvolti politici e sociali che troppo spesso ci dimentichiamo. Quel desiderio oggi apparentemente

'inconfessabile' di fedeltà troppo spesso scambiata con l’opposto della fluidità. La vita è fluida, incostante, variabile, complessa, tutto questo genera la grande affezione naturale dell’animo umano nel cercare la stabilità e la profondità delle relazioni.
Forse per questo sconvolge che proprio l’uomo dell’eterno sodalizio sportivo, abbia confessato il termine del suo sodalizio amoroso. Qui nasce l’equivoco che troppo spesso porta a credere che la fine di un matrimonio, sia la fine del matrimonio. Sarebbe come affermare che le vette siano meno alte a causa dello scioglimento dei ghiacci.
Tutti infatti desideriamo nei nostri desideri più nascosti, amare una persona per tutta la vita. Ce lo dicono i nostri sogni adolescenziali, le favole che abbiamo ascoltato da bambini. Il 'per sempre', lo stiamo vedendo con l’eco dell’amarezza di questa separazione, ha un fascino innegabile e incontrovertibile.

Non abbiamo mai incontrato nessuno che voglia sentirsi amato per un pezzetto di vita. A tempo determinato. E tra i giovani questo desiderio è ancora più forte, altrimenti non avrebbero senso i ponti delle grandi capitali europee strapieni di lucchetti. Non un post-it, non una semplice scritta con il pennarello, ma un lucchetto capace di sopravvivere alle intemperie. Un lucchetto non è esattamente il simbolo di un legame liquido, fragile, temporaneo. Tutt’altro: è sinonimo di eternità e di solidità.

Rappresenta il desiderio del 'per sempre', la tenacia di difendere qualcosa a cui si tiene. Siamo convinti, infatti, per esperienza personale diretta, che sposarsi e decidere di mettere su famiglia, prima di essere una scelta che porta dei vantaggi economico-fiscali (peraltro in Italia non porta nemmeno quelli), sia una scelta di bellezza. Se oggi ci sono delle coppie che ancora si sposano – nonostante ciò non convenga minimamente, nonostante spesso, per accedere ai servizi e vedere riconosciuti i propri diritti, sia preferibile fare delle finte separazioni – allora vuol dire che l’attrattiva del matrimonio supera le difficoltà. Vuol dire che quel sogno bambino è più forte di ogni cosa, è il desiderio non di credere, ma di realizzare le favole che ci hanno raccontato prima di addormentarci. Un desiderio che abbiamo nell’anima, ancestrale. Il sogno che anche Totti e Ilary incarnavano.

Nessun matrimonio è al sicuro. Non è una scienza esatta, ma una sfida quotidiana. Ogni famiglia lo sa, ogni famiglia lo sperimenta sulla propria pelle. Perché la separazione e il divorzio non sono l’opposto del matrimonio come si è soliti pensare. Perché concludere un legame non vuol dire annullarlo.

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