Valori forti ma senza partito. Il posto dei cattolici
giovedì 21 dicembre 2023

È bastata una constatazione di fatto sulla mancata presenza dei Popolari nella segreteria del Partito democratico per riattivare un dibattito che sembrava scomparso dalle pagine dei quotidiani: la presenza dei cattolici in politica, la loro rilevanza e il senso e il significato che questa presenza comporta. L’osservazione era di Pierluigi Castagnetti, riconosciuto da tutti come uomo del dialogo, aperto e senza pregiudizi, tra i protagonisti più autorevoli della transizione della Margherita verso il Partito democratico; oggi forse in dubbio davanti a determinate scelte di Elly Schlein, che di fatto sta spostando il partito sempre più a sinistra. Dubbio che mi ero posta 15 anni fa e a cui ho dato risposta uscendo dal Pd e appro-dando nell’Udc. Il quesito sembra comunque sempre attuale: I cattolici sono scomparsi? È ormai sicuro che la vecchia Dc, con la sua identità complessa, fatta di mille correnti, ma sempre coerente con determinati valori, non tornerà più. Quando fu decretata la sua fine, si diceva: è finito il partito dei cattolici, ora comincia la presenza dei cattolici in tutti i partiti. E in parte è così: ci sono cattolici in tutti i partiti, ma la vera domanda riguarda come sono presenti nella società attuale. Evidentemente, in forma diversa dal passato, ma il dubbio che si è scatenato in questi ultimi giorni riguarda la loro irrilevanza nello spazio pubblico e in politica: manca una loro rappresentanza adeguata nei partiti ed è evidente la loro difficoltà a contaminare positivamente il dibattito pubblico. Sono rimasti spesso ai margini e a volte sono intervenuti solo perché trascinati da alcune provocazioni, ma il loro contributo alla politica risulta di fatto sempre più labile. In Parlamento non sono riusciti ad esprimere il loro potenziale di esperienze, capacità e cultura, dimenticando lotte fatte in anni anteriori per l’affermazione di valori determinanti per lo sviluppo del Paese. Ma soprattutto non sono riusciti a fare rete tra di loro, dando vita a una sorta di cattolicesimo di destra e di sinistra che resta una contraddizione in termini, se si pensa che cattolico vuol dire per definizione universale. Destra e sinistra applicati al termine cattolico sono termini del tutto inadeguati. Il valore della vita, quando è posto davvero in prima posizione, si applica ai bambini non ancora nati così come a quelli che muoiono di fame in tutti gli scenari di guerra, o che audacemente e imprudentemente affrontano il Mediterraneo. Eppure, non è stato possibile in questi anni fare una politica per la vita condivisa in tutte le sue sfaccettature. Tutti d’accordo sulle politiche demografiche ma senza aver chiaro che il primo diritto, frutto di una legge naturale innegabile, è il diritto di un bambino a nascere in una famiglia, con un padre e una madre. Qualunque altra scelta è un’eccezione, che per quanto rispettabile, non può ignorare la realtà. E la famiglia va sostenuta con politiche adeguate di sviluppo sociale ed economico, soprattutto quando esprime il suo potenziale di cura nei confronti di soggetti fragili come gli anziani, le persone con disabilità, i malati rari e i malati cronici. Papa Francesco, nella conferenza stampa sul volo di ritorno dal Kazakhstan, ha fornito nuovi elementi di ispirazione per coloro che intraprendono l’impegno in politica, esortandoli a mettersi in gioco e parlando della politica come una vocazione nobile, dal momento che «resta una delle forme più alte di carità» e dovrebbe prendere in mano problemi come «l’inverno demografico, il problema dello sviluppo industriale, dello sviluppo naturale e il problema dei poveri e dei migranti». I cattolici forse sono privi di un partito di riferimento, ma non di valori di riferimento, rappresentato dalla Dottrina sociale della Chiesa, oggi in parte ignorata. Forse per tornare ad essere più incisivi nella società dobbiamo tornare a una riflessione coraggiosa sul nostro patrimonio di valori, di cultura e di responsabilità superando conflitti e contrapposizioni, almeno tra quelli che coraggiosamente non esitano a riaffermare la loro identità cattolica. Dobbiamo ritrovare una convergenza di fondo su alcuni valori fondamentali, riattivando la nostra sensibilità verso il Bene comune. È una sfida complessa, ma non saranno i partiti, i mille partiti che affollano il nostro scenario parlamentare, a rendere più rilevanti i cattolici. Sarà piuttosto la nostra fedeltà a valori che ben conosciamo e che dobbiamo riprendere a proporre coraggiosamente, con un senso profondo di responsabilità, convinti che la carità comincia con la comprensione reciproca, con il rispetto e la tolleranza, con l’unità che nasce dalla diversità, e non dimentica l’antico monito evangelico: Ut omnes unum sint, a cominciare almeno da quanti si dicono cattolici. © RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: