venerdì 22 giugno 2018
Un meccanismo che farebbe girare la moneta in un modo diverso senza penalizzare le entrate erariali producendo però il rilancio dei consumi
Foto dall'archivio Ansa

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Occorrono più soldi nei portafogli dei cittadini per rilanciare l’economia dice, non senza ragione, il vicepremier Matteo Salvini. Può essere la Flat Tax, come suggerisce, lo strumento? La FT si basa sull’aspettativa che, lasciando maggiori soldi in tasca ai contribuenti, ricchi in particolare, questo comporti una maggiore disponibilità alla spesa. Ovvero si immagina che le minori entrate fiscali dirette – certe – sarebbero ampiamente compensate da quelle – indirette – derivanti dai maggiori consumi. Ma questa è una previsione, non certo una certezza, perché può essere che il contribuente invece che spendere faccia più risparmio soprattutto se mantiene una previsione pessimistica verso il futuro. Ciò che sarebbe certo e subitaneo è che vi sarebbero minori entrate erariali dovendo provvedere alla necessaria copertura finanziaria o con nuovo debito, improbabile e non auspicabile, o con tagli della spesa, sociale in particolare.

Si aggiunge un problema in più che attiene alla diffusa pratica dell’evasione fiscale; la FT che gettito avrebbe se solo l’1% dei contribuenti dichiara oggi al fisco più di 100.000 euro annui? In pratica pare che nel nostro Paese i ricchi siano quattro gatti, ma sappiamo tutti che così non è. Per perseguire l’obiettivo di lasciare più soldi in tasca occorrerebbe, quindi, vincolare la riduzione della pressione fiscale a consumi certi per acquistare beni e servizi soggetti all’IVA. Questa maggiore liquidità consentirebbe ai cittadini di avere più capacità di spesa rilanciando i consumi, la produttività e l’occupazione; soldi che quindi tornerebbero in tempi brevi all’erario compensando il minor gettito della tassazione diretta.

Una riduzione fiscale vincolata e certificabile finalizzata alla spesa. More expense, less taxes. Per conseguire un equilibrio tra gettito erariale diretto e indiretto occorrerebbe che la Ragioneria generale dello Stato facesse un po’ di calcoli tra la riduzione delle aliquote Irpef e le entrate Iva. Con quale meccanismo si potrebbe effettuare e accertare questo vincolo? Nella dichiarazione dei redditi il contribuente beneficiario della riduzione dovrebbe attestare le pari spese sostenute allegando documentazione a supporto per usufruire del beneficio.

Un meccanismo analogo si potrebbe ipotizzare per le imprese, ovvero a fronte di un significativo taglio fiscale dovrebbero reinvestire in ammodernamenti e nuove assunzioni perché nuovi occupati vogliono anche dire nuove entrate erariali per lo Stato oltre che contribuire ad alimentare i fondi pensionistici. È un meccanismo che farebbe girare la moneta in un modo diverso senza penalizzare le entrate erariali producendo però il rilancio dei consumi. Un volano finanziario per contribuire a uscire dal corto circuito che ci imprigiona e limita la nostra crescita.

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