giovedì 11 luglio 2019
Nel nostro Paese iniziative strutturate solo di recente, con un sito, il Mese dedicato al tema e progetti scolastici. Dopo tanti inganni, necessario dare nuovi strumenti ai cittadini
Educazione finanziaria, la via per risparmiatori sicuri e felici
COMMENTA E CONDIVIDI

Il recente passato del nostro Paese, come di altri, è costellato di casi in cui i risparmiatori sono stati ingannati dagli intermediari finanziari. La vendita di obbligazioni subordinate, spacciate per normali obbligazioni bancarie, ha indotto numerosi risparmiatori a investire in quegli strumenti senza rendersi conto dei rischi che correvano. Quando poi alcune banche sono andate in crisi, e le obbligazioni subordinate sono state sacrificate sull’altare del bailin, molti sono stati colti di sorpresa e hanno gridato allo scandalo, tanto che diversi governi (compreso quello attualmente in carica) hanno dovuto prevedere piani di ristoro a favore dei risparmiatori coinvolti.

Nel caso delle due banche venete messe in liquidazione (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca), la vendita fraudolenta ha riguardato le azioni delle banche stesse: titoli non quotati in borsa e venduti a un prezzo stabilito a tavolino da una perizia 'indipendente'. I prezzi si sono poi rivelati gonfiati e gli investitori hanno subito perdite elevate. Negli Stati Uniti, molte famiglie furono indotte a indebitarsi per acquistare una casa che in realtà non potevano permettersi: da qui la catena di insolvenze nota come 'crisi dei mutui sub-prime'.

Di fronte a questi episodi, viene spontaneo chiedersi: come fa il risparmiatore a difendersi? E cosa fanno le autorità per proteggere il risparmio? Ci sono due strumenti, non alternativi: anzi si rafforzano tra di loro. Il primo è la vigilanza sulla trasparenza e sulla correttezza degli intermediari. Il secondo è l’educazione finanziaria. C’è da dire che le regole e i controlli sulla correttezza delle banche nei confronti dei clienti non hanno brillato per efficacia, almeno finora.

Qualche progresso potrebbe avvenire con la piena attuazione degli obblighi di rendicontazione dei costi dei servizi di investimento, imposti dalla Direttiva MiFID II. Le banche, dopo avere tergiversato non poco, dovrebbero finalmente inviarci nelle prossime settimane i rendiconti che ci informano sui costi che abbiamo sostenuto nel 2018 per i servizi di gestione del risparmio e di consulenza finanziaria. Sul secondo fronte, l’Italia è indietro rispetto agli altri paesi, ma negli ultimi due anni un po’ di lavoro è stato fatto, grazie all’attività del neonato Comitato nazionale per l’educazione finanziaria. È importante che i cittadini siano dotati delle conoscenze più elementari di finanza, non solo per conoscere le caratteristiche di base dei prodotti finanziari, ma anche per sapere quali domande porre all’operatore di banca a cui si trovano di fronte.

L’Osservatorio Monetario della Università Cattolica, dopo essersi occupato della trasparenza e correttezza delle banche ('MiFID II. Quali tutele per il risparmiatore', OM 3/2018) ha approfondito lo stato della educazione finanziaria nel nostro Paese ('Educazione finanziaria in Italia: a che punto siamo?', OM 2/2019).

Più elevate competenze finanziarie consentono di prendere decisioni più consapevoli, di proteggersi dagli effetti di una crisi come quella che ci ha investito dieci anni fa, di ridurre le disuguaglianze. L’educazione finanziaria è diventata ancora più importante di un tempo, per diversi motivi: 1) il mutamento dei sistemi di welfare che, insieme ad un aumento della aspettativa di vita, hanno affidato alle persone comuni scelte complesse, come quella di un fondo pensione privato; 2) la vasta gamma dei prodotti finanziari offerti, a volte assai sofisticati; 3) la scomparsa di un’attività finanziaria priva di rischio che dia un rendimento accettabile, com’erano una volta i titoli di Stato, con la conseguenza di spingere i ri- sparmiatori a cercare rendimenti investendo in titoli più difficili da valutare. Poco più di due anni fa, un rapporto curato dalle autorità di settore fotografava lo stato non proprio soddisfacente dell’educazione finanziaria nel nostro Paese: molte iniziative ma spesso di portata limitata, rivolte a pochi soggetti, o che si limitano a distribuire materiale informativo.

Un’altra nota dolente, sollevata nel rapporto, è la generale mancanza di un monitoraggio sui risultati ottenuti da quelle iniziative. Il ritardo italiano, rispetto a tutti gli altri paesi occidentali, nel dotarsi di una strategia nazionale sul fronte della educazione finanziaria è stato colmato con l’istituzione nel 2017 del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria. Al Comitato partecipano rappresentanti delle autorità di settore e di alcuni ministeri.

La strategia nazionale, elaborata dal Comitato, punta ad accrescere le competenze finanziarie degli italiani tramite iniziative su larga scala. Il primo passo è stata la realizzazione del portale nazionale di educazione finanziaria: quellocheconta.gov.it. Il Mese dell’educazione finanziaria, che si è tenuto per la prima volta nell’ottobre 2018, verrà tenuto anche quest’anno e nei prossimi. Dalla collaborazione tra il MIUR e il Comitato sono nate le Olimpiadi di Economia e Finanza: un 'campionato', organizzato prima a livello di istituto scolastico e poi su base regionale, con una finale nazionale. Nel triennio 2014-2016, la Consob ha realizzato quanto previsto nel progetto 'Carta degli investitori': un portale-web dedicato all’educazione finanziaria, un applicativoweb per l’acquisizione di esposti e segnalazioni dei risparmiatori, l’istituzione di un Organismo di risoluzione stragiudiziale delle controversie tra intermediari e investitori.

Per il triennio 20192021, il piano strategico Consob prevede iniziative mirate per ciascuna categoria di soggetti: un progetto didattico per le scuole secondarie di 2° grado; eventi teatrali e cinematografici per i meno giovani; seminari di formazione sui canali di finanziamento per le piccole-medie imprese. L’approccio della Consob fa ampio uso dei risultati della finanza comportamentale e si avvale della collaborazione con le università.

L'esperienza del Museo del Risparmio indica la necessità di utilizzare strumenti specifici di educazione finanziaria per ogni fascia di età. Per i più giovani, per i quali il ruolo della famiglia è fondamentale a fianco della scuola, uno strumento tradizionale quale la 'paghetta' periodica può rivelarsi assai utile nel responsabilizzare i ragazzi e indurli a familiarizzare con i servizi finanziari di base. Per gli adulti, le iniziative di maggiore successo sono quelle svolte sul posto di lavoro e mirate a temi specifici: ad esempio, piani pensione e forme di indebitamento. Accanto alle attività didattiche tradizionali, più apprezzate dagli adulti, è importante sviluppare strumenti più innovativi, come videogiochi e giochi reali, adatti a coinvolgere i più giovani. La dimensione 'tempo' è fondamentale: correggere il bias, per cui si dà troppo valore al presente, aiuta a sopportare di più i rischi finanziari e a pianificare il futuro (inclusa la pensione).

Direttore Osservatorio Monetario, Università Cattolica del Sacro Cuore

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI