Perseguire con il dialogo il diritto umano all'acqua
martedì 22 marzo 2022

La questione dell’acqua possiamo affrontarla da prospettive diverse: religiosa, spirituale, culturale, educativa, sanitaria, giuridica, economica, tecnica e manageriale.

Indipendentemente dalla prospettiva scelta, dobbiamo tuttavia riconoscere che «l’accesso all’acqua potabile sicura è un diritto umano fondamentale e universale, in quanto è essenziale per la sopravvivenza umana e, come tale, è una condizione per l’esercizio di altri diritti umani» (Laudato si’, n. 30), quali il diritto all’alimentazione, alla salute e allo sviluppo. Negare questo diritto significa negare il diritto alla vita radicato nella dignità inalienabile di ogni essere umano. «È pertanto necessario coltivare una coscienza pubblica che consideri [...] l’accesso all’acqua come diritto universale di tutti gli esseri umani, senza distinzioni o discriminazioni» (Caritas in veritate, n. 27).

L’acqua è un bene comune dell’umanità, ma è anche una risorsa limitata, che richiede una gestione adeguata e responsabile. Riguardo alla sua gestione, tuttavia, vi è una tendenza a privatizzare, trasformando questa preziosa risorsa in un prodotto soggetto alle leggi del mercato. Questo approccio rischia di creare gravi disuguaglianze nel garantire l’accesso a questo bene primario per ogni essere umano, in particolare per i più vulnerabili.

Non dobbiamo risparmiare alcuno sforzo per fornire tutti gli strumenti necessari per consolidare la tutela del diritto all’acqua, anche a livello internazionale. Si tratta di un percorso che deve mirare a ispirare e diffondere «una cultura giuridica del diritto fondamentale all’accesso all’acqua, nonché il diritto sociale di utilizzarlo in condizioni eque e il diritto ecologico alla sua conservazione integrale» (Consiglio Nazionale Forense, "Diritto all’acqua", p. 37).

Dobbiamo inoltre sensibilizzare l’opinione pubblica, anche sotto l’aspetto giuridico, promuovendo un maggiore impegno lungo questo percorso. Vi invito a continuare a dare il Vostro contributo in questa direzione. Questo approccio non può essere separato da un analogo impegno a perseguire un’educazione che dia all’acqua il giusto “valore”, evitando al contempo i rifiuti e la cattiva gestione. Per rendere questo impegno più concreto, siamo chiamati ad adottare un’etica di cura e responsabilità sia per le generazioni presenti che per quelle future.
Siamo tutti ben consapevoli che il costante aumento del fabbisogno idrico, aggravato dai cambiamenti climatici, rappresenta una delle sfide più gravi che la comunità internazionale deve affrontare oggi e domani. Ciò rende ancora più difficile il cammino che ci attende, ma anche essenziale se vogliamo costruire un futuro eticamente sostenibile per tutti che, come più volte indicato dalle Nazioni Unite, non lasci indietro nessuno.

Per questo motivo è necessario un cambiamento culturale che nell’affrontare problemi di gestione delle risorse idriche possa trasformare la logica della concorrenza in un processo di cooperazione, anche a livello internazionale e multilaterale. Dovremmo pensare, ad esempio, alle risorse idriche condivise tra le nazioni che possono diventare oggetto di conflitto – le cosiddette “guerre dell’acqua” sono sempre più diffuse – ma che, adottando un lungimirante cambiamento di prospettiva, possono invece diventare un elemento di collaborazione e dialogo. Il che implica necessariamente accordi politici o tecnologici responsabili e la gestione partecipativa delle risorse condivise.
C’è bisogno di nuovi approcci alla gestione delle risorse idriche dal punto di vista legislativo, istituzionale, politico, economico, tecnico ed etico. Ciò richiederà un approccio educativo e culturale che promuova la consapevolezza che le questioni legate all’acqua devono includere una visione di lungo termine e che parta dal concetto di ecologia integrale delineato da Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’.

Negli ultimi anni sono stati necessari nuovi investimenti per rafforzare la resilienza e ridurre il rischio di catastrofi naturali, nonché per promuovere un reale sviluppo umano integrale. In questo contesto è importante che l’accesso all’acqua e la gestione integrata delle risorse idriche diventino elementi centrali nelle riflessioni volte a determinare tali investimenti, anche nell’identificazione di nuovi modelli di partenariato, nel contesto di una pianificazione idrica razionale, e nel garantire che l’obiettivo principale sia il soddisfacimento dei bisogni dei più vulnerabili.

In conclusione, desidero porgere i miei migliori auguri, in particolare che da questo evento possano emergere ulteriori elementi per rafforzare la tutela del diritto all’acqua e dare la giusta direzione agli investimenti e ai comportamenti che ho citato, intesi a facilitare il godimento di tale diritto.
Cardinale segretario di Stato di Sua Santità il Papa


Il testo che pubblichiamo è il messaggio indirizzato a Paolo Glisenti, commissario generale per l’Italia a Expo 2020 Dubai, e Maria Masi, presidente del Consiglio nazionale forense (Cnf), in occasione dell’evento “Perseguire il diritto umano all’acqua” (Padiglione Italia).

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