venerdì 30 ottobre 2020
Un lettore chiede l’esatto tenore delle parole di papa Francesco a un gay cileno già abusato e oggi attivista contro gli abusi sessuali. E anche un chiarimento a proposito della posizione della Chiesa
Chiesa e persone omosessuali, il Papa conferma la via cristiana

Ansa

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Caro direttore,
vorrei cortesemente chiedere ai suoi colleghi Lucia Capuzzi e Luciano Moia un chiarimento. Se possibile, ovviamente. Su “Avvenire” del 22 ottobre 2020 a pagina 5 Capuzzi nel suo articolo intitolato «Francesco: le persone omosessuali hanno diritto a essere in una famiglia», riporta queste parole del Papa a Juan Carlos Cruz: «Dio ti ama come sei e anche tu devi amare te stesso... ». Nel suo articolo intitolato «Accoglienza e rispetto verso le persone gay. Mai confusione tra matrimonio e unioni», Moia, attingendo da “El Pais”, attribuisce al Santo Padre queste altre parole: «Juan Carlos, che tu sia gay non importa. Dio ti ha fatto così e ti ama così e non mi interessa. Il Papa ti ama così. Devi essere felice di ciò che sei». Vorrei sapere qual è la frase esatta pronunciata dal Papa e dove si riscontra nella Parola di Dio e nel Catechismo della Chiesa Cattolica la creazione dell’omosessualità. Non scrivo per polemica, ma per desiderio di capire. Ringrazio, saluto e auguro buon lavoro.

Giancarlo Giglioli

Gentile signor Giglioli, se è riuscito a leggere anche “Avvenire” del 23 ottobre, avrà visto che la Chiesa si confronta con il problema omosessualità fin dai primi secoli (pagina 7, articolo al piede della pagina). Se ne occupano di fatto tutti i Concili dal terzo secolo in poi. E con toni di pesante condanna che arrivano a contemplare anche catene e roghi (Concilio di Nablus, 1120). Poi papa Pio V (1566-1572) sentenzia che i colpevoli siano consegnati al braccio secolare dell’inquisizione (cioè condannati a morte). Ma dalVaticano II in poi la Chiesa comincia un percorso di comprensione del problema che contempla almeno due documenti importanti, Persona humana( 1975) e la Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali (1986), dove la condanna non riguarda più la persona, per la quale si raccomanda anzi «un giudizio prudente », ma i suoi comportamenti. Il Catechismo (1997) ne parla ampiamente ai numeri 2357-2359 descrivendo il problema come inclinazione «oggettivamente disordinata» dopo aver affermato però che le persone omosessuali «devono essere accolte con attenzione, compassione e delicatezza» e prospetta un percorso pastorale che le conduca gradualmente alla pienezza della vita cristiana. Indicazioni che papa Francesco riprende e amplia in Amoris laetitia (n.250), riaffermando che ogni persona «indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione» e spiega poi che la Chiesa è chiamata ad accompagnare queste persone perché «possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita ». Qui, come si può notare, scompare qualsiasi considerazione di carattere etico. E nella Parola di Dio? Ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia. Nell’Antico Testamento il riferimento a comportamenti omosessuali compare in due racconti (Gn 19; Gdc 19) e in due norme legislative (Lv 18,22; 20.13). Il più noto dei racconti è la distruzione di Sodoma (Gn 19,1-29) su cui però l’ultimo lavoro della Pontificia Commissione biblica (“Che cosa è l’uomo? Un itinerario di antropologia biblica”, Libreria editrice vaticana 2020) rovescia completamente l’interpretazione tradizionale. Il peccato di Sodoma non sarebbe l’omosessua-lità, ma la mancanza di ospitalità verso lo straniero bisognoso e indifeso. «Un principio di disgregazione sociale – scrivono i biblisti della Pontificia commissione – avendo in sé stesso una violenza mortifera che merita una pena adeguata » agli occhi di Dio. Nei Vangeli non si parla di omosessualità. Ma se ne parla in tre testi delle lettere di Paolo (1Cor 6,9-10; 1Tim 1,9-10; Rom 1,26-27) con toni di condanna collegati all’idolatria. Non mancano però studiosi che hanno colto in alcuni racconti biblici (l’amicizia tra Gionata e Davide, quella tra Saul e Davide) un’implicita approvazione dei rapporti omosessuali. Un dibattito tuttora aperto. Infine, per quanto riguarda le parole di Juan Carlos Cruz non abbiamo testi ufficiali ma solo le sue dichiarazioni che sono state rilanciate in prima battuta dal quotidiano spagnolo “El Pais”. La differenza tra le nostre citazioni, come si vede, è talmente minima da non determinare un rovesciamento del senso. Che il Papa valuti la condizione esistenziale dell’omosessualità come pervasiva e costitutiva dell’identità della persona («Dio ti ha fatto così... Dio ti ama come sei...») – alla luce delle ricerche scientifiche più accreditate di questi ultimi anni – è confermata da altre frasi simili rivolte a persone omosessuali. Lo scorso 16 settembre per esempio, accogliendo un gruppo di genitori con figli lgbt, ha detto loro: «Il Papa ama i vostri figli così come sono. E anche la Chiesa li ama».

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