giovedì 16 maggio 2024
Il satellite terrestre, simbolo di purezza, è stato sempre accostato all'Immacolata. Ma dopo la scoperta dei crateri da parte di Galileo? Un “legame” da riscoprire nel mese mariano (con 5 fasi lunari)
Un particolare dell'Immacolata Concezione di Ludovico Cardi, detto il Cigoli, nella cappella Paolina in Santa Maria Maggiore, a Roma

Un particolare dell'Immacolata Concezione di Ludovico Cardi, detto il Cigoli, nella cappella Paolina in Santa Maria Maggiore, a Roma

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È l’anno 1100, e in “Las Cantigas de Santa Maria” Alfonso X, sovrano di Castiglia e Leon, rende omaggio a Maria con queste parole: «Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi e dei cieli via». In Spagna e altrove prende piede la tradizione che rende maggio mese della Vergine Maria. Cinquecento anni dopo, tra il 1609 ed il 1610, Galileo, sempre lui, punta il suo cannocchiale verso il cielo e vede quello che nessuno, prima di lui, aveva visto in quel modo. Lo racconta in una lettera a un amico: «Io mi trovo al presente in Venezia per far stampare alcune osservazioni, le quali col mezo di un mio occhiale ho fatte ne i corpi celesti; e sì come sono d’infinito stupore, così infinitamente rendo grazie a Dio, che si sia compiaciuto di far me solo primo osservatore di cose ammirande e tenute a tutti i secoli occulte».

La realtà è superiore all’idea, nelle cose della vita e nelle cose della fede. Nel 1611 le scoperte di Galileo arrivarono al Collegio Romano dove studiano i gesuiti. Tra gli altri a Maffeo Barberini, futuro papa Urbano VIII. In quello stesso anno nella cupola della Cappella Paolina il pittore toscano Ludovico Cardi, detto il Cigoli, ha rappresentato la Vergine Maria in modo rivoluzionario. Ludovico è amico di Galileo, ne apprezza l’operato, e la Luna che dipinge ne è la prova. Essa, posta come da tradizione ai piedi della Madonna, ha per la prima volta nella storia dell’arte delle macchie. I crateri che Galileo ha intravisto con il suo cannocchiale. Il Papa regnante, Paolo V Borghese, approva il dipinto che sovrasta quello che dovrà diventare il suo mausoleo. E anche dopo il processo a Galileo il dipinto è rimasto, non è stato cancellato o corretto, regnante Urbano VIII e i suoi successori.

Dobbiamo ricordare che la Luna e l’Immacolata, la Luna e la Chiesa, vengono da sempre accostate: un disco bianco per rappresentare che esse sono senza ferite, senza rughe. Ma Galileo ci ha mostrato che la Luna, invece, le ferite le ha eccome, secoli dopo le avremmo esplorate, addirittura visitate. E dato a ciascuna il nome delle donne e degli uomini che hanno illustrato la storia umana.

Questo mese di maggio 2024 è del tutto particolare dal punto di vista astronomico: invece delle consuete 4 fasi, questo mese se ne verificano 5. La Luna all'ultimo quarto, dunque, che apre il mese, tornerà poi anche per chiuderlo. È ancora possibile allora accostare la Luna alla Vergine Maria? Certamente sì, anzi ancora di più. La Luna bianca diceva purezza, assenza di peccato. Ma la Luna con i crateri? Dice tutta l’umanità di Maria, dice tutta la bellezza di una donna che, senza peccato, ha accettato che il male la ferisse – la spada di cui parla Simeone al tempio – per partecipare nel modo più vero e autentico alla storia della salvezza. Che dire della Chiesa? Non è forse santa e nello stesso tempo peccatrice? L’intuizione dei Padri dei primi secoli di accostare la Luna a Maria e alla Chiesa non solo non è sconfessata dalla scienza, al contrario, ci aiuta a comprendere fino in fondo il senso della fragilità umana di entrambe, della bellezza della nostra fragilità che ha bisogno di amore. Solo una fragilità accolta può permettersi di accogliere davvero la salvezza, nel caso di Maria addirittura il Salvatore stesso, dandogli un volto. Sì, perché il volto di Gesù è nelle fattezze umane quello di Maria. E sulla croce è un volto sfigurato e martoriato, come il volto della Luna.

Il nostro satellite naturale ci ricorda ogni notte che il male esiste, ci colpisce, ci ferisce, ci segna, ma non è la fine di tutto, non certo il fine di Dio. Se accostiamo la Luna alla Vergine Maria possiamo infatti andare oltre, e dire che il male non è una punizione divina, come tanto spesso si sente dire. Il male è parte della finitezza umana, della natura. Il male è anche frutto degli esseri umani che cedono al peccato e non alla Grazia. Ma anche costoro dalle sue piaghe possono essere guariti, anche loro sotto la croce sono stati affidati a Maria. Perché la Luna, come il Sole, splende per i buoni come per i cattivi. Per illuminare la via dei secondi così che tornino ad essere come i primi. Questo mese con una falce di luce in più.

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