Uno spettacolo per soli adulti? Forse sì, ma è il destino della Tv
mercoledì 5 febbraio 2020

Cambia il pubblico della rassegna canora e sale l’età media del pubblico Dicono che questo 70° Sanremo sarà il Festival dei giovani e per i giovani, quelli duri e crudi alla Junior Cally. Un Sanremo rabbioso, persino con Rancore (vedi il rapper). Ma a vederlo dal nostro oblò, a noi pare che sia il solito Festival formato tv, a uso e consumo degli abbonati Rai. Quindi, non è un Festival per giovani. E lo capisci fin dalle prove, dove a regalare adrenalina pura è la voce graffiante di Gianburrasca Pavone. La Rita nazionale che mancava da questo palco dell’Ariston dal lontano 1972 (cantava Amici mai e non arrivò in finale) è tornata. E la prima cosa bella che ha fatto, è stata portarsi dietro i Ricchi e Poveri che riappaiono come per magia nella formazione originaria: Angelo, Franco, Angela e la riabilitata Marina. Sì, l’Occhiena perdonata che era uscita dal gruppo per “tradimento”.

Anche la coppia - scoppiata - reale, croce e delizia dei rotocalchi degli ultimi decenni, l’Al Bano & Romina srl si ripresenta con un brano niente meno che inedito: Raccogli l’attimo. Che sia la versione aggiornata dell’antichissimo carpe diem? Il Festival, si sa, è un classico, un bel panettone post san Biagio da gustare mentre si chatta con gli amici, da guardare placidi e assonnati sul sofà, in salotto, con la copertina stesa sulle gambe assieme ai genitori e ai nonni che tra una Pavone e uno Zarrillo completano l’ultimo numero della Settimana Enigmistica. Sanremo si infiamma o fa finta di farlo con il sessismo del rapper 'maledetto' (quelli maledetti non vanno in tv) e del trapper per cercare di attirare il pubblico della Maria (De Filippi), gli Amici dei Junior e degli Achille Lauro, ma poi deve ripiegare sull’artistico usato sicuro per il popolo dei festivalieri, unica garanzia d’ascolti. Età media dei teledipendenti sanremesi, tra i 50 e i 60 (a crescere).

La stessa dei conduttori: quello ufficiale, Amaadeus classe 1962 e il suo gemello diverso Fiorello, “incursionista” sessantenne che “googola” e rotola di Tic-Toc con virate quotidiane dai RaiPlay per sentirsi e farci sentire ancora «gggiovani». Ma i giovani, nonostante i soliti roboanti dati auditel Rai, non guardano neanche i Giovani in gara. Distrattamente la ragazzina infatuata può sintonizzarsi il tempo di una canzone sul figlio e nipote d’arte, il bello e impossibile Leo Gassman o i simpatici e allegri Tsunami. Ma la tribù dei post-tondelliani under 25 torna presto, un attimo dopo lo spot pubblicitario della telefonia, a “smartphonare” distante centomila leghe dai lidi sanremesi. Cari zii Amadeus e Fiorello potete dire, fare e cantare ciò che volete da qui a sabato notte, ma questo Sanremo non è un paese per giovani.

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