Faustina, ottantenne novarese, per Natale vorrebbe una «comoda felpa». Ad Anna, 79 anni, basterebbe una canottiera lilla. Mentre il sogno del cuneese Salvatore, classe 1951, è un ritorno a San Siro: «Mi piacerebbe vedere una partita del Milan assieme a un altro tifoso – confessa –. Sono un fedelissimo dal 1958 ma non vado allo stadio da troppo tempo». Purtroppo, nessuno ascolta i loro desideri da anni; da quando, cioè, hanno iniziato a vivere in Rsa. Per loro e per migliaia di altri anziani, i volontari del progetto “Nipoti di babbo Natale” percorrono ogni anno centinaia di chilometri e consegnano regali d’ogni genere. Nata nel 2018, l’iniziativa della Onlus “Un sorriso in più” ruota attorno a un’idea tanto semplice quanto importante: raccogliere online ed esaudire i desideri natalizi degli ospiti delle case di riposo. Siano essi un incontro, una lettera o dei calzini colorati per rallegrare, anche quest’anno, il Natale di circa 8.400 anziani. «Al centro mettiamo le relazioni – spiega la coordinatrice Laura Bricoli –. Pensiamo sempre di sapere quale sia il bene degli anziani, ma è un errore non chiedere a loro». Così, ove possibile, i nipoti consegnano di persona i regali ai nonni adottivi, intessendo talvolta vere e proprie amicizie. Come quella nata fra Laura, ospite di un Rsa a Bergamo, e la sua amica di penna Claudia. Dopo mesi di corrispondenza e compagnia epistolare, a farle incontrare è stata pochi giorni fa la consegna del regalo di Natale: una macchina da scrivere, con la quale subito Laura ha ringraziato la sua “nipotina”. «Era difficile ai miei tempi possedere una macchina da scrivere – si legge nella lettera indirizzata a Claudia – perché era privilegio di classi sociali molto alte. Mi sento orgogliosa di poter scrivere queste parole: sto già impostando un giallo di cui parleremo insieme, per ora ciao!».Fra chi fantastica un incontro con Massimo Ranieri e chi si accontenta di sfogliare un giornale, molti 90enni hanno le idee chiare sui loro sogni e i loro progetti. Eppure, ancora molte Rsa preferiscono esprimere pochi desideri all’anno: accompagnare troppi anziani all’incontro con i volontari – confessano – richiederebbe molte energie a strutture già sotto stress. In effetti, in Italia sono solo 19 i posti letto ogni mille over 65 e il personale infermieristico nelle case di riposo scarseggia (70mila i professionisti mancanti in tutto il Sistema sanitario). Ma, assicura Laura Bricola, la disponibilità degli operatori è incondizionata: «Si interrogano spesso su un nuovo modo di prendersi cura.
Nelle Rsa si dà per scontato di lavorare sui bisogni con prassi e routine, ma i nostri “nipoti” mettono al centro il desiderio dell’ospite, dando riconoscimento alla sua indipendenza nonostante il cedimento del corpo». In altre parole, gli anziani sanno ancora scegliere per sé stessi. E sono anche in grado di emozionare i volontari: «Sono io ad aver ricevuto il regalo più grande», ripetono molti nipoti disposti a tutto per i propri anziani. Ivana, ad esempio, ha percorso quasi mille chilometri in auto per portare un chilo di orecchiette dalla sua Puglia a Milano. Così come Franca (nome di fantasia), che dall’Abruzzo ha raggiunto Como per incontrare una donna originaria del suo stesso paesino. E ancora: «Ricordo di tre sorelle – racconta Bricoli – che vivevano in tre città diverse e avevano scelto insieme lo stesso signore anziano per fargli un regalo: era l’occasione per reincontrarsi». Ogni anno, da quella prima volta, non mancano all’appuntamento con lui. Del resto – si intuisce subito scorrendo la lista – le idee regalo abbondano fra i molti anziani che, anche alla soglia dei cento anni, non smettono di coltivare le proprie passioni. «Un tempo facevo dei maglioni strepitosi», racconta Santina, 97 anni, che chiede lana e ferri da maglia. Mentre per la 92enne Bruna, dopo un passato da interprete, non c’è pomeriggio senza un buon romanzo in inglese. «Gli anziani danno importanza alle piccole cose – spiega Laura Bricoli – e spesso preferiscono partecipare ad attività piuttosto che ricevere oggetti». Tornando a un Natale fatto di persone più che di cose: «Stiamo spostando tutto verso gli elfi e babbo Natale, ma il Natale è un’altra cosa – conclude la referente -. È incontro con l’altro, è dono di sé e del proprio tempo».