martedì 8 marzo 2022
Formare gli studenti ad acquisire una coscienza ecologica. Questa la finalità del cammino intrapreso dalla Fondazione Magis nelle scuole. L'appuntamento giovedì 10 marzo a Milano al Leone XIII

Formare gli studenti ad acquisire una sempre più consapevole coscienza ecologica. Questa in sintesi la finalità del cammino intrapreso dalla Fondazione Magis (opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei Gesuiti) nelle scuole.

L’impegno della Fondazione Magis per l’ambiente si caratterizza anche attraverso l’adesione al Movimento cattolico per il clima. In questo contesto, tutto è pronto per l’incontro che si terrà giovedì 10 marzo a Milano all'Istituto Leone XIII sul tema: “Clima ed ecologia integrale”. L’evento si svolgerà dalle 11:30 alle 13. Interverranno Gabriella Tona, direttrice dell’Istituto Leone XIII, Josephine Vassallo della Fondazione Gesuiti Educazione, Ambrogio Bongiovanni, presidente della Fondazione Magis il quale terrà la relazione su “Clima ed ecologia integrale”, Federico Riccitelli, del Leone XIII e due studenti dello stesso Istituto.

Per l’occasione saranno presentati anche al Leone XIII i risultati dell’indagine Youth4Climate condotta della Fondazione Magis e dalla Rete Xavier (composta dalle realtà dei gesuiti che si occupano di cooperazione internazionale per lo sviluppo) presso gli studenti dei collegi gesuitici europei. I paesi coinvolti sono stati: Italia, Spagna, Regno Unito, Austria, Malta, Albania. Il questionario aveva l’obiettivo di raccogliere le opinioni dei giovani tra i 14 e i 18 anni, una fascia di età che non viene normalmente interpellata in questo tipo di rilevazioni. Le risposte arrivate sono state circa 2mila.

I risultati sono stati illustrati per la prima volta lo scorso settembre a Milano in occasione del Youth4Climate nell’ambito delle negoziazioni della Pre-COP26 preparatorie alla COP26 che si è tenuta il mese dopo a Glasgow.

Nei teenagers interpellati, da un lato sta maturando una forte coscienza ecologica e dall’altro non nascondono le preoccupazioni rispetto al futuro del pianeta. Si stanno impegnando per dare il loro contributo alla protezione dell’ambiente, ma non hanno ancora le idee chiare su come agire; uno su quattro dice di non aver adottato, fino ad ora, nessuna azione per contribuire alla tutela ambientale. Però, sulla scia delle manifestazioni dei Fridays For Future lanciate dall’attivista svedese Greta Thumberg, gli alunni dei collegi gesuitici europei considerano la tutela dell’ambiente una questione fondamentale: ben il 96% degli interpellati la ritiene “molto importante o importante”.

«La rilevazione ha messo in luce la presenza di una grande attenzione per l’ambiente, ma anche la necessità di compiere un’azione educativa verso le nuove generazioni per farle diventare sempre più protagoniste dei cambiamenti negli stili di vita, in quanto esse rappresentano il nostro futuro», spiega Ambrogio Bongiovanni, presidente della Fondazione Magis. «Per questo la Fondazione Magis ha avviato la fase due, indirizzata all’azione e alla sensibilizzazione», prosegue Bongiovanni. In questa seconda fase gli alunni dei collegi gesuitici partecipano a delle attività di formazione volte a cercare di individuare soluzioni creative e innovative per aumentare la sensibilità ambientale.

Tra le minacce all’ambiente, le risposte al questionario hanno messo al primo posto il cambiamento climatico come quella più rilevante (38% degli intervistati), seguono l’inquinamento atmosferico (25%) e l’aumento della produzione dei rifiuti (19%). Inoltre, il 51% degli intervistati ritiene che la qualità dell’aria nel posto in cui vive sia peggiorata.

Le soluzioni che i ragazzi e le ragazze propongono per ridurre le emissioni di sostanze inquinanti si concentrano sulla necessità di fare interventi nel settore industriale (64%); nei trasporti (47%) e nella produzione di energia elettrica (28%). Sul fronte di chi debba predisporre un’azione per proteggere l’ambiente, i giovani intervistati ritengono che la risposta debba essere globale poiché il problema è globale (42%); poi, raccomandano l’intervento degli stati per ridurre le emissioni (25%). Una buona fetta di loro ritiene che il principale motore di cambiamento sia l’azione dei singoli cittadini.

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