Trump ad Hamas: «Liberate gli ostaggi o sarà l'inferno»

La replica: le minacce “incoraggiano Israele a non attuare l'accordo di cessate il fuoco a Gaza”. Ma sarebbero stati fatti passi in avanti "verso la seconda fase dell'accordo di cessate il fu
March 5, 2025
Trump ad Hamas: «Liberate gli ostaggi o sarà l'inferno»
REUTERS | Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump
È “l’ultimo avvertimento”. Il presidente Usa Donald Trump ha tuonato ancora contro Hamas, intimando il gruppo terrorista di liberare “tutti gli ostaggi” e “di restituire immediatamente tutti i cadaveri delle persone che ha assassinato, altrimenti - ha minacciato - ci sarà l'inferno da pagare più tardi!”. Non è la prima volta che il tycoon utilizza questa retorica ultimativa: parole simili vennero pronunciate prima dll’insediamento alla Casa Bianca alla vigilia della intesa tra Israele e Hamas. La Casa Bianca ha poi fatto sapere che il presidente "ha incontrato otto degli ostaggi rilasciati a Gaza e ha ascoltato attentamente le loro strazianti storie. Gli ostaggi hanno ringraziato il presidente per i suoi sforzi costanti per riportare tutti gli ostaggi a casa".
Tutto questo mentre i rappresentanti americani hanno tenuto colloqui con leader di Hamas e mediatori di Egitto e Qatar. Lo hanno riferito fonti egiziane, citate dalla Reuters, secondo le quali i colloqui hanno riguardato chi governerà la Striscia di Gaza dopo la guerra e sono stati fatti nomi specifici. Le fonti hanno affermato che gli incontri "si sono conclusi in modo positivo", indicando una transizione verso la seconda fase dell'accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele. L'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato di non essere a conoscenza "di progressi rispetto a colloqui sulla seconda fase".
Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha rincarato la dose, esortando Hamas a prendere sul serio le parole di Trump. "La gente non si rende conto che il presidente incontra queste persone, ascolta le loro storie; è indignato e giustamente. È stanco di guardare questi video ogni fine settimana in cui vengono rilasciati ostaggi emaciati e i corpi vengono girati, e a volte sono i corpi sbagliati e ce ne sono cinque qui e tre lì e ci sono dei giochi che vengono fatti. E ha perso la pazienza", ha detto Rubio a Fox News. "Se dice che farà qualcosa, la farà. E quindi è meglio che lo prendano sul serio", ha insistito il segretario di Stato Usa.
La replica di Hamas non si è fatta attendere. Secondo il portavoce del gruppo militante palestinese, Hazem Qassem le minacce di Trump “incoraggiano Israele a non attuare l'accordo di cessate il fuoco a Gaza”. "Queste minacce complicano le cose nell'accordo di cessate il fuoco e incoraggiano il governo israeliano a non attuarne le clausole", ha sostenuto Qassem, ricordando che "c'è un accordo firmato, che gli Stati Uniti hanno mediato nei negoziati che hanno avuto luogo, e include il rilascio di tutti gli ostaggi in tre fasi. Hamas ha attuato ciò che era necessario fare nella prima fase, mentre Israele sta evitando la seconda fase". "Se vuole che gli ostaggi vengano rilasciati, deve fare pressione su Netanyahu affinché inizi i negoziati sulla seconda fase dell'accordo", ha concluso Qassem.
I duelli verbali non fermano i negoziati. Che continuano "sottotraccia". Come trapelato ieri, l'Amministrazione Trump sta trattando direttamente con la fazione islamica palestinese per il rilascio degli ostaggi, in particolare quelli americani, e per raggiungere un accordo più ampio che metta fine alla guerra con Israele. La mossa, confermata da Washington dopo le anticipazioni di Axios, non ha precedenti: gli Stati Uniti hanno designato Hamas come organizzazione terroristica nel 1997 e non hanno mai trattato con il movimento in maniera diretta, pur facendo parte, al fianco di Qatar ed Egitto, dei Paesi mediatori che hanno lavorato ai due cessate il fuoco raggiunti in 16 mesi di guerra. "Israele ne è al corrente", ha sottolineato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, e lo Stato ebraico ha confermato di essere stato consultato.
Secondo il sito di informazione americano, che ha citato due fonti, l'inviato di Trump per gli ostaggi, Adam Beohler, avrebbe incontrato funzionari di Hamas a Doha nelle ultime settimane, mentre sono ancora in salita i colloqui per prolungare la tregua e per avviare la seconda fase dell'intesa raggiunta a fatica a gennaio. Anche l'inviato per il Medio Oriente, Steve Witkoff, doveva recarsi in Qatar questa settimana per incontrare il primo ministro Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ma ha annullato il viaggio dopo aver constatato che non c'erano progressi nelle trattive. Trump ha già dimostrato, anche in altri scenari, di non amare i tempi lunghi della diplomazia e di essere impaziente di arrivare a soluzioni tangibili senza tanti intermediari. Da qui, probabilmente, la volontà di parlare direttamente con Hamas, in particolare sulla sorte dei 5 ostaggi americani ancora trattenuti a Gaza, tra cui - ricorda Axios - il ventunenne Edan Alexander che si ritiene sia ancora in vita. Ma anche per accelerare sulla fine della guerra con Israele e dare il via al suo progetto per la Striscia.

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