Sulla riforma delle pensioni il governo tedesco rischia la crisi
di Vincenzo Savignano, Berlino
L'ala giovanile del partito del cancelliere Merz non sosterrà in parlamento il piano dell'esecutivo. Voci contrarie anche tra gli alleati socialdemocratici

Il governo di Berlino rischia la crisi sulla riforma delle pensioni. La Junge Union, l’ala giovanile dell’Unione Cdu/Csu, partito del cancelliere Friedrich Merz, non intende sostenere e votare nei prossimi giorni la riforma delle pensioni concordata da cristiano-democratici e cristiano-sociali con gli alleati di governo della Spd. Sono 18 i deputati cristiano-democratici al Bundestag che fanno riferimento alla corrente giovanile della Cdu, tutti sono pronti a votare no. Considerando che la coalizione di governo al Bundestag ha una maggioranza di soli 12 voti, c’è il serio rischio che la riforma non passi, a quel punto non si può escludere una crisi nella maggioranza di governo, già traballante. Merz in un intervento televisivo ha difeso la sua posizione e quella della maggior parte dei deputati del suo partito sul nuovo piano pensionistico.
La riforma nasce per far fronte a problemi strutturali del sistema pensionistico, che si trova in crisi a causa di un rapporto sempre più sbilanciato tra lavoratori e pensionati, coi fondi pensionistici che si riducono in maniera costante e vertiginosa. La nuova legge, che dovrebbe essere votata nei prossimi giorni, mira a stabilizzare il livello delle pensioni, il Rentenniveau, almeno fino al 2031, ma anche a riconoscere i periodi di cura dei figli per le madri e i padri, attraverso la cosiddetta Mütterrente III. Il Rentenniveau indica quanto percepisce una persona che ha lavorato per 45 anni con uno stipendio medio, rapportato all’attuale salario medio. Se questo livello scende, pensionate e pensionati restano sganciati dall’andamento dei salari: le pensioni crescono più lentamente dei redditi da lavoro e chi è in pensione diventa più povero rispetto alla popolazione attiva. Ma i costi per sostenere il piano potrebbero diventare insostenibili «oltre 200 miliardi di euro entro il 2040», sostiene la Junge Unione. Il disegno di legge sulla riforma delle pensioni è stato presentato dalla ministra del Lavoro, la socialdemocratica Bärbel Bas, ma ora anche nel suo partito, la Spd, ci sono voci contrarie. Il leader socialdemocratico Lars Klingbeil, nei giorni scorsi, ha avvertito la base della Spd e anche i giovani dell’Unione Cdu/Csu: «Manteniamo la nostra posizione sulla questione delle pensioni. Ciò che è inaccettabile è che in seguito qualcuno, da qualsiasi gruppo parlamentare provenga, possa presentarsi e dire: "Questo non mi soddisfa"».
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