Perché i missili Tomahawk sono al centro del tavolo con Kiev

Si tratta dei missili nati e usati dai tempi della Guerra fredda. Washington potrebbe destinarne all'Ucraina soltanto dai 20 ai 50: pochi per poter rovesciare gli esiti del conflitto
October 17, 2025
Perché i missili Tomahawk sono al centro del tavolo con Kiev
Il lancio di un Tomahawk / Ansa
Sviluppati per la prima volta negli Anni '70, i Tomahawk sono missili da crociera subsonici con una testata da 450 chilogrammi, utilizzati principalmente dalla Marina statunitense per attaccare obiettivi terrestri di alto valore e fortemente difesi. Prodotti da Rtx, costano circa 1,7 milioni di dollari ciascuno e arrivano fino a 2,4 milioni per la gittata massima.
Il loro nome deriva dall’ascia usata dai nativi americani nei combattimenti e questo per anni fu argomento di polemiche razziali negli Usa. Con una gittata fino a 2.500 chilometri, i Tomahawk  BGM-109  possono raggiungere distanze oltre otto volte superiori rispetto ai sistemi missilistici tattici dell'esercito (Atacms) forniti all'Ucraina dall'amministrazione Biden. Gli analisti ritengono più probabile che gli Stati Uniti forniscano all'Ucraina una versione del missile con carico convenzionale e una gittata fino a 1.600 chilometri.
Era considerato l’arma “principe” degli Euromissili schierati contro l’Unione Sovietica al culmine della Guerra fredda. Negli anni Settanta è stato impiegato prima come arma nucleare, poi convenzionale. Schierato in Europa occidentale come vettore nucleare nel numero di 464 esemplari, in seguito a un accordo dei Paesi della Nato del 1979, fu armato poi, anche con testate convenzionali. 
Gli esperti osservano che le scorte statunitensi sono limitate: gli Stati Uniti ne hanno acquistati solo 202 dal 2022, ma ne hanno utilizzati almeno 124 contro gli Houthi e l'Iran dal 2024. È anche possibile che i Tomahawk potranno servire in possibili attacchi sul suolo venezuelano. Secondo Stacie Pettyjohn del Center for a New American Security, Washington potrebbe destinarne a Kiev solo dai 20 ai 50, «il che non cambierebbe in modo decisivo le dinamiche della guerra». L'Ucraina pensa invece a un numero almeno triplo. Perché tra gli obiettivi ci sono la Zona economica speciale di Alabuga, in Tatarstan, che ha avviato la produzione di massa di droni Shahed. Anche le basi aeree potrebbero essere obiettivi prioritari: 76 di esse sono nel raggio d'azione dei Tomahawk a più lungo raggio, mentre 67 potrebbero essere colpite da quelli a corto raggio. I bombardieri strategici decollano da una di queste basi, Engels-2 nella regione di Saratov, per lanciare missili da crociera sull'Ucraina.

© RIPRODUZIONE RISERVATA