Per l'Ucraina una "tregua di Natale" e una pace alla coreana: a che punto sono le trattative

I "Volenterosi" europei a colloquio con Trump "Limano" la bozza con i 20 punti. Non ancora pronta la risposta dell'Ucraina al piano americano
December 11, 2025
Per l'Ucraina una "tregua di Natale" e una pace alla coreana: a che punto sono le trattative
Il presidente ucraino Zelensky, il premier britannico Starmer, il cancelliere tedesco Merz e il presidente francese Macron lunedì a Londa / ANSA
Prosegue, ora a ritmi serrati, la “spola” diplomatica transatlantica. Se il mal celato obiettivo della Casa Bianca è una “tregua di Natale” per l’Ucraina, il vertice di lunedì a Londra del formato E3 – Starmer, Macron , Merz – sembra aver limato la famosa “bozza” con i 20 punti mesi sul tavolo da Donald Trump. Le dichiarazioni del presidente Usa a Politico – una sorta di ultimatum alle nazioni del Vecchio mondo in «decadenza» – «sono in linea con le nostre posizioni» fa sapere il Cremlino. Forse pretattica, per far capire che è ora di stringere i tempi dopo le laboriose consultazioni – tra Florida, Mosca e Londra – della settimana scorsa. E finalmente, dalla cortina fumogena di dichiarazioni incrociate, e veti e “linee rosse” in particolare di Putin su ingresso nella Nato di Kiev, spartizione dei territori e demilitarizzazione dell’Ucraina, il Washington Post fa trapelare una bozza di un nuovo piano di pace che lascia intuire una possibile soluzione alla “coreana”. Ma soprattutto, al di là delle indiscrezioni, ad accelerare sono le consultazioni fra le due sponde dell’Atlantico che, dopo le bordate di Trump di venerdì scorso con la pubblicazione della “National security strategy”, ieri paiono essere un po’ meno distanti.
È durata 40 minuti la telefonata con Donald Trump di Emmanuel Macron, Keir Starmer e Friedrich Merz per «cercare di fare progressi» su un possibile accordo. Un “filo diretto” con la Casa Bianca che «continuerà nei prossimi giorni». I tre leader Ue fanno sapere che «accolgono con favore gli sforzi» degli Stati Uniti per raggiungere «una pace forte e duratura» in Ucraina che «metta fine ai massacri. Siano forse a una svolta diplomatica: Macron, Merz e Starmer si risentiranno oggi in videoconferenza e probabilmente, rivela il britannico The Guardian, si incontreranno questa volta a Berlino lunedì prossimo, appuntamento che cadrebbe a una settimana esatta dal vertice di Londra. Non meno attivo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: ieri nuova consultazione tra delegazioni di Ucraina e Usa, ma solo solo sulla parte dell’accordo che riguarda «il processo di ricostruzione e sviluppo economico dell'Ucraina dopo la guerra». La trattativa prosegue e «ci sono molte buone idee sul tavolo» fa sapere su X lo stesso Zelensky. La risposta di Kiev al piano americano, in particolare sulla questione della cessione dei territori, non è ancora pronta: «Stiamo ultimando i lavori sui 20 punti» e «prevediamo di trasferire il documento agli Stati Uniti nel prossimo futuro», dice Zelensky. Insomma, siamo a un ulteriore “giro di bozze” tra le due sponde dell’Atlantico anche se le “linee rosse” tracciate da Putin, in particolare su ingresso di Kiev nella Nato, cessione dei territori contesi e smilitarizzazione dell’Ucraina, pesano sempre come una spada di Damocle sulla riuscita dell’intero negoziato.
Interessante e non priva di alcune novità l’ipotesi di pace che David Ignatius, opinionista del Washington Post afferma di aver ottenuto da fonti vicine al negoziato. La bozza prevederebbe una zona demilitarizzata alla “coreana” lungo l'intera linea del cessate il fuoco e l’ingresso di Kiev nell'Unione Europea già nel 2027. L’amministrazione Trump, secondo il Wp, ritiene di «poter superare l’opposizione dell’Ungheria, principale oppositore di Kiev nell’Ue». Adesione nell’Unione Europea che «promuoverebbe il commercio e gli investimenti». La zona demilitarizzata lungo l’intera linea del cessate il fuoco, dalla provincia di Donetsk nel Nord-est si estenderebbe fino alle città di Zaporizhia e Kherson nel sud: linea che delimiterebbe una zona più profonda, in cui sarebbero escluse le armi pesanti e che sarebbe attentamente monitorata come il corridoio che separa la Corea del Nord dalla Corea del Sud. Inoltre gli Usa fornirebbero garanzie di sicurezza «simili all’Articolo 5» della Nato per proteggere l’Ucraina in caso di violazioni della Russia. L’Ucraina – che potrebbe avere 800mila soldati invece di 600mila – chiederebbe che gli Stati Uniti firmassero tale accordo e lo ratificassero al Congresso mentre le nazioni europee firmerebbero garanzie di sicurezza separate.
Per gli «scambi di territori», parte dirimente dell’accordo, Ucraina e Usa starebbero ancora contrattando i nuovi confini: la Russia chiede all'Ucraina di rinunciare a circa il 25% di Donetsk che ancora detiene, afferma il Washington Post. L’Ucraina, secondo i negoziatori Usa, nei prossimi sei mesi perderà gran parte dei territori in battaglia e quindi dovrebbe fare concessioni ora per risparmiare altre vittime sul terreno.

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