sabato 8 agosto 2015
A un anno dall'uccisone di Michael Brown a Ferguson, un nuovo caso travolge la polizia Usa: in Texas un agente ha ucciso un 19enne afroamericano disarmato; in corso le indagini; sospeso il poliziotto.
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​Lo zio di Taylor, Clyde Fuller, ha detto che il nipote era "un bravo ragazzo" e un "atleta di talento", non stava rubando un'auto nè altro, "qualcuno sta mentendo su come sono andati i fatti", ha aggiunto, parlando con il giornale texano. Il caso arriva in un momento in cui le forze dell'ordine americane sono nel centro della bufera dopo la morte di diverse persone di origini afroamericane per mano della polizia. Era l'agosto del 2014 quando l'uccisione di Michael Brown a Ferguson, in Missouri, scatenò le prime, violente proteste, riaccendendo le tensioni razziali nel Paese.
Taylor, che era disarmato, è stato ucciso sul colpo, come confermato dal rapporto del medico legale. L'ufficiale coinvolto nella sparatoria è stato invece identificato come Brad Miller, 49 anni, entrato nel corpo di polizia meno di un anno fa e senza precedenti esperienze nelle forze dell'ordine. Miller è stato sospeso in attesa dei risultati delle indagini: "una procedura di routine", ha detto il portavoce Rodriguez.
A un anno dall'omicidio di Michael Brown a Ferguson, un altro giovane afroamericano disarmato è stato ucciso da un poliziotto. È successo ieri ad Arlington, in Texas, negli Stati Uniti. Secondo le prime ricostruzioni, Christian Taylor, 19 anni, si sarebbe schiantato con la sua auto contro la vetrina di un concessionario d'auto. Allertati per una presunta rapina, ha spiegato il portavoce della polizia Paul Rodriguez, gli agenti sono arrivati sul luogo e hanno affrontato il giovane, membro della squadra di football della Angelo State University, che sarebbe entrato nel negozio. "C'è stata una lite e un poliziotto ha sparato con la sua arma e ferito il sospetto", ha aggiunto Rodriguez, secondo quanto riporta il quotidiano locale "Fort Worth Star-Telegram".
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