lunedì 27 maggio 2024
La denuncia viene dal "Protocollo di resilienza climatica" appena presentato da ricercatori, esperti, leader religiosi e politici. Primo firmatario, il Papa. Cos'è "il debito ecologico"
Il fiume brasiliano Rio Negro ha dovuto affrontare una grave siccità

Il fiume brasiliano Rio Negro ha dovuto affrontare una grave siccità - Fotogramma

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Non è una minaccia futura. L’emergenza climatica insidia già ora la sopravvivenza di 3,6 miliardi di donne e uomini che abitano le aree più sensibili del pianeta. Coloro i quali meno hanno contribuito all’inquinamento: l’80 per cento delle emissioni è prodotto dalle nazioni del G20 mentre i più poveri, responsabili per meno del 10 per cento dei gas serra, subiscono il 75 per cento delle perdite. E su cui il riscaldamento globale provoca un aumento della mortalità 15 volte maggiore rispetto al resto del mondo. Dal 2008, una media di 21,5 milioni di persone all’anno è stata sfollata da fenomeni meteorologici estremi o dai danni inflitti dall’aumento delle temperature alle economie locali. I danni, nell’ultimo mezzo secolo, sfiorano i 4.300 miliardi di dollari.

Alla luce di questi dati scientifici è comprensibile perché l’inerzia di fronte al cambiamento climatico rappresenti una palese violazione dei diritti umani, come ha affermato la Corte Europea per i diritti dell’uomo il 9 aprile scorso.

«Un’offesa contro Dio, un peccato che non è solo personale ma anche strutturale», l’ha definita papa Francesco nel messaggio ai leader internazionali riuniti l’anno scorso a Dubai per la Conferenza Onu sui cambiamenti climatici (Cop28). Il Pontefice ha ripetuto le stesse parole nel sottoscrivere, come primo firmatario, il “Protocollo di resilienza climatica”, appena presentato da un gruppo di ricercatori, esperti, leader religiosi, amministratori locali di varie parti del pianeta al summit organizzato dalle Pontificie accademie delle Scienze e delle Scienze sociali. Modellato sulla falsariga del documento di Montreal per la preservazione dell’ozono, il testo fornisce le linee guida per dare alla popolazione mondiale, a cominciare dai più fragili, la possibilità di resistere al meglio all’impatto del surriscaldamento. L’idea è quella di presentarlo alle Nazioni Unite affinché possa essere adottato dai 197 Paesi firmatari della Convezione contro il cambiamento climatico, da cui sono nate le Cop. «L’adattamento al rischio climatico è già in ritardo ed è diventato il tema centrale delle azioni climatiche. Serve uno sforzo globale per costruire una resilienza climatica», ha affermato Veerabhadran Ramanathan, dell’Università della California San Diego e della Cornell University, consigliere del Pontificia accademia delle Scienze.

Il Protocollo propone un approccio universale e un’azione risoluta, articolata intorno a tre pilastri. Primo, riduzione urgente delle emissioni attraverso l’eliminazione della dipendenza dai combustibili fossili. Secondo, aumento delle possibilità di adattamento ai cambiamenti climatici che non possono essere evitati. La chiave è lo sviluppo di una nuova architettura finanziaria in grado di rispondere alle esigenze del Sud del mondo e dei Paesi più vulnerabili, tema al centro della prossima Cop29 di Baku. Il Protocollo parla di «aumentare l’entità, l’efficienza e la velocità di erogazione dei finanziamenti per il clima, inclusa quelli specifici per l’adattamento e la resilienza.

Le organizzazioni multilaterali dovrebbero ridurre la burocrazia e ad aumentare l’impatto sul campo attraverso soluzioni innovative di governance e gestione». Papa Francesco, nell’incontro con i partecipanti alla riunione, ha suggerito anche «la ristrutturazione e riduzione del debito, insieme allo sviluppo di una nuova Carta finanziaria globale entro il 2025, riconoscendo una sorta di “debito ecologico”». Il terzo asse del documento è una trasformazione sociale che implichi cambiamenti concreti nei consumi, nei sistemi socio-economici e di governo perché, come ha ricordato papa Bergoglio, «la crisi climatica richiede una sinfonia di cooperazione e solidarietà globale. Il lavoro dev’essere sinfonico, armonicamente, tutti insieme».

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