martedì 25 febbraio 2014
Dopo il varo di una durissima legge che prevede anche l'ergastolo.
Uganda, omosessuali da difendere  di Giulio Albanese
Uganda choc, «ergastolo per i gay»
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I gay sono "disgustosi". Le sprezzanti dichiarazioni usate dal presidente Yoweri Museveni, seguite dalla pubblicazione da parte di un giornale di una lista di duecento gay - con tanto di nomi e cognomi - acuiscono il clima di odio e di intolleranza contro gli omosessuali già fortemente discriminati nel Paese africano. Una ferocia e una violenza non solo verbale che arriva all'indomani del varo da parte del presidente di una durissima legge anti-omosessuali che prevede anche l'ergastolo.In questo contesto fortemente omofobo si inserisce la scelta di un tabloid, il Red Pepper, di denunciare pubblicamente duecento presunti gay del Paese. Pochissimi in Uganda fanno "coming out" e la pubblicazione di questo elenco ricorda a molti una lista simile resa nota nel 2011 da un altro tabloid, poi chiuso, che chiedeva l'esecuzione dei gay.Sconcerto è stato espresso dal segretario di Stato Usa John Kerry, che ha definito il via libera al provvedimento "un tragico giorno per l'Uganda e per tutti coloro a cui stanno a cuore i diritti umani". Kerry ha poi avvertito che gli Usa potrebbero tagliare gli aiuti a Kampala. Critiche anche da Christoph Benn, direttore delle relazioni esterne del Global Fund contro Aids, Tbc e malaria che vede nella nuova normativa non solo una minaccia ai diritti umani ma anche un problema di salute, perché i gruppi discriminati, dove spesso i tassi delle malattie sono più alti, non possono essere raggiunti dagli operatori.Nel continente africano ci sono Paesi - come Mauritania, Sudan e Somalia - dove per l'omosessualità è addirittura prevista la pena di morte. In Nigeria, dopo il varo di una legge draconiana, attivisti e ong hanno registrato arresti e casi di torture e di punizioni corporali. In Zambia due uomini rischiano fino a 14 anni di carcere perché arrestati con l'accusa di sodomia.
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