giovedì 13 agosto 2009
Dopo la nuova condanna contro la leader dell'opposizione democratica Aung San Suu Kyi da Bruxelles arrivano misure contro i giudici birmani che hanno condannato il Premio Nobel.
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Primo provvedimento dell'Unione Europea contro la sentenza con cui due giorni fa alla leader dell'opposizione birmana, Aung San Suu Kyi, è stato inflitto un altro anno e mezzo agli arresti domiciliari. Secondo quanto recita un comunicato ufficiale del Consiglio dei Ministri comunitario, è stata estesa la portata delle sanzioni già in vigore nei confronti del Myanmar, così da renderle applicabili anche ai giudici che hanno pronunciato il verdetto. I loro nomi sono infatti stati aggiunti alla lista dei gerarchi della giunta militare al potere nell'ex Birmania, nei cui confronti l'Ue ha disposto il congelamento di tutti i beni patrimoniali e il divieto di viaggio sul territorio dell'Unione, con conseguente bando al rilascio di visti. Suu Kyi, premio Nobel per la pace 1991, in realtà aveva originariamente ricevuto tre anni di lavori forzati, pena poicommutata e ridotta per decreto dal leader del regime, generale Than Shwe. La dissidente ha già preannunciato appello.
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