venerdì 21 febbraio 2014
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"Non è tanto il fatto che sparano sulla gente. È quello che fanno sulle persone che colpisce. Per esempio, una persona è stata colpita con un martello. L'hanno presa per la testa e l'hanno colpita più volte. A un'altra hanno cucito la bocca con ago e filo. Fanno cose inimmaginabili". Ma chi le fanno? I berkut? "Sì, la polizia".È una testimonianza drammatica quella che il gesuita Andriy Zelinskyy racconta da Kiev, riferisce il Sir, giovedì sera mentre si sta dirigendo verso il monastero di san Michele, una delle più importanti e più antiche chiese greco-cattoliche di Ucraina nella capitale Kiev. È di fronte alla sede centrale di Polizia e vicino al ministero degli Esteri. È qui che stanno portando la maggior parte dei feriti. Preferiscono essere curati nelle chiese perché la gente ha paura di andare negli ospedali di Kiev a chiedere aiuto in quanto gli organismi preposti all'applicazione della legge considerano le lesioni subite come prova di un crimine."Sì - conferma padre Andriy - è un pericolo perché possono essere presi dalla polizia e portati via". E così le chiese a Kiev sono tutte aperte e i medici hanno organizzato veri e propri ospedali per i manifestanti; forse è questa la ragione per cui in queste ore alcune chiese - riferisce ancora il Sir - sono state prese di mira dalle forze di polizia.Giovani militari rischiano linciaggio: salvati da una catena umanaUn pullman con dentro una sessantina di giovani soldati del ministero dell'Interno, per lo più ragazzi di 18-20 anni, è stato preso d'assalto da un gruppo di manifestanti nel centro di Kiev, in via Khmelnitski. Lo ha constatato giovedì sera l'agenzia Ansa. Il bus è stato presto circondato da centinaia di persone: tra la folla c'era chi voleva picchiare i soldati e farli prigionieri e chi voleva lasciarli andare per via della loro giovane età. Due insorti minacciavano con delle asce i ragazzi dentro il pullman, alcuni dei quali erano in lacrime. Alla fine, in difesa dei poliziotti sono intervenuti il miliardario e deputato dell'opposizione Petro Poroshenko, la cantante Ruslana e due preti. I giovani sono stati lasciati scendere dal bus e sono stati scortati da una catena umana di manifestanti per un paio di chilometri, fino a un altro pullman del ministero dell'Interno sul quale sono potuti andar via.
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