lunedì 11 dicembre 2023
Le lezioni in cinque stazioni fra le banchine dei treni. Ma sono appena 2mila i ragazzi tornati in classe su 112mila. Il resto segue le lezioni online. Decine i plessi deserti: pronte le aule-rifugio
Gli studenti in aula nel metrò di Kharkiv. La scuola sfida i missili di Mosca
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«Sì sì, i treni ci sono di compagnia». Sorride Arina mentre si fa interprete del pensiero di tutta la sua classe. Ha 6 anni e le trecce bionde le incorniciano il volto. L’aula vibra mentre la bambina di prima elementare racconta di aver già imparato a scrivere l’alfabeto cirillico ucraino in meno di quattro mesi. Perché sta passando uno dei convogli della metropolitana di Kharkiv. «Siamo sotto terra. Ma anche questa è in fin dei conti una scuola», spiega Kateryna Tkachova. È la direttrice di una delle cinque “metro scuole” della seconda città dell’Ucraina. Cinque istituti traslocati e nascosti in altrettante stazioni della metropolitana per metterli al riparo dai missili che partono appena oltre il confine russo, a cinquanta chilometri.

A Kharkiv la scuola nella metropolitana alla fermata 'Università'

A Kharkiv la scuola nella metropolitana alla fermata "Università" - Gambassi

Troppe le bombe che continuano a cadere per far tornare in aula gli studenti, ha sentenziato il sindaco Ihor Terekhov la scorsa estate. Troppo elevato il pericolo in una metropoli che per un terzo è stata bersagliata da Mosca. La scuola c’è: online per 112mila studenti, di cui 70mila rimasti qui e gli altri collegati dalle varie regioni del Paese o dall’estero. Ma non le scuole: tutte deserte. E in molti casi bombardate. Ad eccezione di quelle metropolitane. Le uniche dove si fa lezione dal vivo in una città di un milione e trecentomila abitanti. «Era urgente che i ragazzi riprendessero a incontrarsi», racconta Natalia Vorobiova, funzionaria dell’ufficio pubblica istruzione del Comune che gestisce i plessi interrati.

A Kharkiv la scuola nella metropolitana alla fermata 'Università'

A Kharkiv la scuola nella metropolitana alla fermata "Università" - Gambassi

Quello alla fermata Università, sotto piazza della Libertà, nel cuore della città, è formato da serie di stanze prefabbricate ricavate in uno dei matronei che corrono sopra i binari. «Fra luglio e agosto la società dei trasporti ha chiuso la balaustra con i doppi vetri. È stato creato il sistema di areazione. Poi i banchi sono arrivati dagli istituti», ripercorre Natalia. Due vigilanti presidiano le porte d’ingresso. Anonime, in mezzo alle scale mobili e ai gradini che portano fin alle pensiline. Su un unico corridoio, lungo quanto ciascun treno, si affacciano le aule. Al di là delle finestre la banchina con il popolo del “tube” di Kharkiv.

A Kharkiv la scuola nella metropolitana alla fermata 'Università'

A Kharkiv la scuola nella metropolitana alla fermata "Università" - Gambassi

Tre ore di lezione al giorno per il primo turno di classi. «Un’ora di pausa per ripulire gli ambianti», dice la direttrice. E altre tre ore di lezione per il nuovo gruppo di ragazzi. «Soprattutto dei primi anni quando l’apprendimento in presenza è più che mai necessario: anche solo per imparare a scrivere e leggere», afferma la funzionaria. Suona la campanella dell’intervallo: ma si resta fra le pareti in plastica alzate accanto ai marmi della stazione. «Il nostro è un progetto pilota che non ha equivalenti in tutta l’Ucraina», aggiunge Natalia. Elogiato anche dal presidente Zelensky che ha visitato la “metro school” pochi giorni fa. Come anche il piano lanciato dal sindaco di costruire la prima scuola tutta sottoterra per 900 alunni. «Mese dopo mese siamo in grado di accogliere sempre più studenti in metropolitana», fa sapere Natalia. Si sfiora quota duemila. «È un segnale di fiducia per la cittadinanza», aggiunge.

A Kharkiv la scuola nella metropolitana alla fermata 'Università'

A Kharkiv la scuola nella metropolitana alla fermata "Università" - Gambassi

Ma è anche una goccia nel mare “educativo” dell’ex capitale: meno del 5% gli studenti coinvolti e per una manciata di ore alla settimana. Le risate dei bambini o il via-vai sui corridoi sono un ricordo nelle decine di plessi della città. Entrarci significa trovarsi davanti il preside, i pochi amministrativi della segreteria e qualche bidello. Nessun altro. Poi silenzio e desolazione. «Però la scuola funziona. Abbiamo 775 studenti, di cui 302 ancora in città - dice il direttore del plesso 24, Valeriy Koleshik -. E le famiglie rimaste vorrebbero vedere i loro figli in aula».

Il direttore del plesso 24, Valeriy Koleshik, mostra i segni degli attacchi russi alla sua scuola

Il direttore del plesso 24, Valeriy Koleshik, mostra i segni degli attacchi russi alla sua scuola - Gambassi

Alcune aule portano ancora i segni degli attacchi con i colpi d’artiglieria nelle prime settimane di guerra quando i carri armati russi erano alle porte della città. Le finestre sono state riparate con le assi di legno. Portoni e mura esterne no: hanno sempre i fori dovuti alle schegge. «Comunque in estate siamo stati capaci di realizzare nei sotterranei alcune aule a prova di raid», fa sapere il responsabile. Banchi sistemati. Percorsi di sicurezza predisposti. Però il sindaco ha bloccato ogni ritorno davanti alle lavagne.

Il preside della scuola 38, Alexander Poklonskiy, nelle aule-rifugio allestite nei sotterranei

Il preside della scuola 38, Alexander Poklonskiy, nelle aule-rifugio allestite nei sotterranei - Gambassi

Nella scuola 38 c’è già anche la palestra “catacomba”. «Per ora nelle nostre quattro classi-rifugio si incontrano gli insegnanti», dice il preside Alexander Poklonskiy. Solo un terzo dei suoi 610 studenti è a Kharkiv. «I genitori ci sollecitano. Non appena la situazione si normalizzerà, siamo pronti a ripartire. È il nostro sogno». Non fa in tempo a finire la frase che il suono delle sirene antimissile rimbalza nell’androne spettrale. «Scendiamo sotto», avverte. La sagoma a forma di baby scolaro, sistemata accanto alle strisce pedonali per far rallentare le auto, rimane muto testimone dei tempi che furono. Senza la follia della guerra. E con i ragazzi in classe.

Le aule-rifugio allestite nei sotterranei della scuola 38 a Kharkiv

Le aule-rifugio allestite nei sotterranei della scuola 38 a Kharkiv - Gambassi

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