giovedì 13 marzo 2014
Kerry: una (scontata) vittoria del sì nel referendum di domenica avrà come conseguenza misure drastiche anti-Mosca. A Sebastopoli code ai bancomat.
REPORTAGE A Kiev regna la rassegnazione (G. Ferrari)
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Se il referendum sulla Crimea andrà avanti, già lunedì saranno intrapresi "passi seri" contro la Russia da parte di Stati Uniti e Europa. Lo ha detto il segretario di Stato americano, John Kerry, parlando al Congresso. La decisione è emersa nella conference call cui ha preso parte il ministro degli Esteri Federica Mogherini con i responsabili di Onu, Ue, Usa e i colleghi di Canada, Turchia, Polonia, Francia,Germania e Gran Bretagna. Nel discorso al Congresso, Kerry ha detto che sono 20mila i soldati russi presenti in territorio ucraino.A Sebastopoli, dove si preparano i seggi elettorali per la consultazione di domenica sull'adesione alla Federazione russa, si sono formate code nelle banche e ai bancomat: molti cittadini hanno difficoltà con le linee di credito, il prelievo giornaliero nelle filiali degli istituti ucraini patisce limitazioni. Alcuni bancomat che nei giorni scorsi avevano fornito banconote sono inutilizzabili: per prelevare con la carta di credito straniera l'unica strada è quella di andare in una delle due filiali di banche russe in città.Intanto la Russia ha accettato la richiesta dell'Osce (l'Organizzazione per lo sviluppo e la sicurezza in Europa) che un areo a sensori sorvoli il territorio della Federazione russa al confine con l'Ucraina, per monitorare la presenza militare. L'operazione potrebbe partire nei prossimi giorni.Da parte sua il Parlamento di Kiev ha approvato la creazione della Guardia Nazionale, una nuova forza di polizia militarizzata formata da 60mila volontari che dovrà difendere il popolo ucraino da "aggressioni interne ed esterne". La Rada ha inoltre approvato i piani di integrazione del Paese all'Unione Europea, raccomandando al premier Arseny Yatseniuk di firmare il più rapidamente possibile l'associazione a Bruxelles.Snodo centrale della questione resta quello economico ed energetico. "L'Ucraina sta attraversando una crisi molto seria, ma deve pagare i suoi debiti per il gas che ha acquistato" ha detto Alexiei Miller, ad del colosso russo Gazprom. "Avremmo il diritto, da contratto - ha precisato - a fare appello alla clausola del pagamento anticipato, ma non abbiamo intenzione di farlo, per evitare il collasso economico dell'Ucraina e di minacciare il transito di gas verso l'Europa. Noi chiediamo che i nostri partner ucraini restino solvibili". Ricordando che gli Usa hanno intenzione di supportare l'Ucraina con un aiuto di un miliardo di dollari, Miller ha sottolineato che la Russia ha già concesso un aiuto finanziario di 5 miliardi di dollari, tra i 3 di prestito dello scorso anno e i 2 di debito in forniture di gas che "sono de facto un prestito". A seguito dei pagamenti mancanti da parte dell'Ucraina, ha aggiunto, Gazprom ha meno fondi da destinare agli investimenti e meno denaro per pagare i dividendi dei nostri investitori, tra i quali ci sono anche molti stranieri. Miller ha infine confermato che il gasdotto South Stream verrà completato nei tempi stabiliti e il gas inizierà a scorrervi a dicembre 2015.E da Vienna arriva la notizia dell'arresto di uno dei più potenti oligarchi ucraini, Dmytro Firtash, vicino al deposto presidente Viktor Yanukovich. L'arresto è stato eseguito sulla base di un mandato di cattura emesso negli Usa dopo un'inchiesta dell'Fbi partita nel 2006, ha reso noto un comunicato della polizia. Firtash, 48 anni, è un magnate nel settore dei media, delle banche, del gas e del settore chimico ed è accusato di corruzione e di aver creato un'organizzazione criminale. Il ministero dell'Interno di Kiev ha confermato la notizia dell'arresto, precisando che l'oligarca non è nella lista dei ricercati delle nuove autorità ucraine.

 

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