sabato 15 marzo 2014
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Il governo ucraino ha accusato la Russia di aver invaso una regione nel sudest del paese, vicina alla Crimea. In particolare le forze russe si sarebbero insediate nel villaggio di Strilkove. Kiev "si riserva il diritto di mettere in atto tutte le misure necessarie per fermare l'invasione militare russa"
Risoluzione Onu in Crimea, la Russia pone veto
La Russia ha utilizzato il suo diritto di veto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per bloccare la risoluzione sulla crisi in Crimea presentata dagli Stati Uniti. Il documento invitava tutti gli Stati dell'Onu a non riconoscere i risultati del referendum in programma per domani nella penisola ucraina. La Cina, che come la Russia, gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia è membro permanente del Consiglio, si è astenuta dal voto. "Non possiamo andare avanti con l'assunto di base (della risoluzione) che dichiara illegale il referendum", aveva detto Vitaly Churkin, ambasciatore russo presso l'Onu, prima della votazione. Da parte loro, i membri del Consiglio che hanno votato a favore della risoluzione, tra cui gli Stati Uniti, hanno condannato il veto della Russia. "Questo - ha detto l'ambasciatore Usa all'Onu Samantha Power - è un momento triste".
Scontri nell'est dell'Ucraina, altri 2 morti
Tensione alle stelle in Ucraina alla vigilia del referendum con cui domenica la Crimea sceglierà con  ogni probabilità di lasciare l’Ucraina e unirsi alla Russia. Dopo gli scontri a Donetsk, nell'Ucraina centrale, che giovedì hanno lasciato sul terreno tre vittime, la scorsa notte ci sono stati manifestazioni violente a Kharkiv, nell'est del Paese, tra attivisti filo-ucraini e filo-russi. I morti sono stati due, i feriti cinque. Le vittime sarebbero un filorusso e un passante, secondo fonti di polizia. Secondo una prima ricostruzione, tutto è cominciato quando venerdì sera i manifestanti pro Mosca si sono radunati nella centrale piazza Svoboda e sono stati fatti oggetto di spari da una vettura in corsa. Auto poi rintracciata vicino ad un edificio che ospita generalmente un gruppo radicale di destra. I filo russi, armati di bastoni, hanno tentato di entrare ma gli occupanti, circa una trentina, hanno risposto aprendo il fuoco e prendendo alcuni ostaggi. Nel corso degli scontri, prima dell'arrivo delle forze dell'ordine, due persone hanno perso la vita. Dopo una lunga trattativa notturna, il rilascio dei prigionieri, la resa e gli arresti. Domenica a Kharkiv si terrà un referendum simbolico per l'adesione alla Russia.Il fronte diplomaticoIl segretario di Stato americano, John Kerry, e il ministro degli Esteri russo, Sergeij Lavrov, si sono visti venerdì a Londra. Il capo della diplomazia Usa ha presentato a Lavrov varie «opzioni» per risolvere il conflitto ma ha già avvertito che Usa e Ue prenderanno «serie misure» se Mosca dovesse annettersi la penisola di Crimea, attualmente una repubblica autonoma dell’Ucraina. Al termine di un colloquio senza intese, Kerry è stato chiaro: gli Usa non riconosceranno l’esito del referendum in Crimea e se la Russia aumenterà la tensione in Ucraina «ci sarà una risposta più forte». Lavrov, da parte sua, ha ribadito che «la Russia non ha e non può avere alcun piano per invadere le regioni sud-orientali dell’Ucraina».In Crimea la vittoria dei filo-russi è scontata e già lunedì il Consiglio Ue potrebbe vietare l’ingresso nel suo territorio ai vertici del potere politico-economico russo. Una misura concordata con gli Stati Uniti e che potrebbe colpire anche l’amministratore delegato di Gazprom, Alexei Miller, e di Rosneft, Igor Sechin.Il premier della Crimea, Sergeij Aksionov, ha annunciato che i risultati del referendum «saranno diramati lunedì» e che «l’affluenza sarà a valanga, attorno all’80%». Se passerà la secessione, Aksionov prevede che ci vorrà al massimo un anno di tempo per completare il processo di annessione alla Russia. Lo stesso Aksionov ha lanciato un appello alle regioni ucraine orientali, esortandole a convocare anche loro referendum per la secessione dall’Ucraina. Il premier della Crimea ha ribadito poi di sperare che Kiev accetterà l’esito del referendum, «che è legittimo e sarà trasparente: noi siamo pronti a tutto». Il presidente americano Barack Obama, da parte sua, spera ancora che la crisi ucraina si possa risolvere per via diplomatica. Ma, se così non fosse, per il capo della Casa Bianca saranno inevitabili le conseguenze nei confronti di Mosca. Gli Stati Uniti starebbero anche «valutando» una richiesta dei dirigenti ucraini: Kiev ha chiesto a Washington armi e sostegno militare anche a livello di intelligence. Secondo il Wall Street Journal, però, gli Stati Uniti avrebbero già rifiutato la domanda ucraina nel timore di inasprire la situazione.Lunedì a Bruxelles i ministri degli Esteri dell’Unione Europea sono pronti a varare un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Tra i provvedimenti si pensa al congelamento dei beni e al blocco dei visti per i dirigenti russi. Si parlerà anche dei capitoli politici per l’accordo di associazione fra Ue e Ucraina, che secondo quanto annunciato oggi dal premier ucraino Arseni Iatseniuk sarà portato alla firma dei leader in occasione del vertice già in programma per il 21 marzo prossimo. In un video diffuso dalle tv locali, il premier ucraino, rientrato venerdì da una tournee in Europa e negli Usa, ha affermato di aver avuto "un incontro con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy". La parte economica sarà invece siglata "più avanti". Era stata proprio la mancata firma dell'accordo di associazione con l'Ue a fine novembre a far scoppiare la rivolta antigovernativa che ha portato nel giro di tre mesi alla destituzione dell'expresidente ucraino Viktor Ianukovich. Intanto in Russia il Cremlino, oltre a intensificare le manovre militari nelle zone al confine con l’Ucraina, ha stretto il controllo sulle fonti di informazione indipendenti. Da giovedì sera è bloccato l’accesso al blog dell’oppositore Alexei Navalny su LiveJournal e al sito vicino all’opposizione Ej.ru. Gli intellettuali anti-Putin si mobilitano e oltre cento tra scrittori, attori, politologi e registi hanno firmato una lettera aperta contro la guerra. Ma probabilmente non basterà a fermare l’escalation.

 

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