martedì 20 aprile 2010
Raid contro al-Masri e al-Baghdadi. Il commando di agenti ha circondato l'abitazione dove si trovavano i terroristi a Thar-Thar, una zona rurale dell'vest. Mostrate le foto dei corpi: «Colpo devastante».
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Al-Qaeda in Iraq è stata «de­capitata». E questa volta per davvero. In un’operazione condotta dall’intelligence irachena, con il supporto dei servizi america­ni, sono stati uccisi i due massimi leader della Rete nel Paese: Abu Ayyub al-Masri e Abu Omar al-Ba­ghdadi. Non è la prima volta che la loro morte viene annunciata dalla forze afghane. E tre anni fa era sta­to lo stesso governo a dire che al-Masri era stato ucciso da un clan sunnita. Ma ieri so­no state mostrate le foto dei due corpi senza vita e gli ame­ricani ne hanno con­fermato l’identità tramite l’esame del Dna. È stato il pre­mier iracheno Nou­ri al-Maliki a dare la notizia dell’opera­zione (e non l’avreb­be mai fatto, in un momento politico tanto delicato, senza la certezza del successo raggiunto). Ha spiegato che un commando di a­genti speciali si è mosso negli ulti­mi due giorni a Thar-Thar, un’area rurale a 80 chilometri a ovest di Ba­ghdad, considerata una roccaforte di al-Qaeda. E poi ha sferrato l’at­tacco finale. «Le forze di terra han­no circondato la casa – del terrori­sta – e in seguito sono intervenuti gli americani con i missili», ha spiega­to Maliki in conferenza stampa. «Anche le forze Usa hanno parteci­pato », ha voluto sottolineare. Maliki ha aggiunto che la casa è sta­ta distrutta e i due corpi sono stati trovati in una buca nel terreno nel­la quale si nascondevano. Secondo al-Maliki, i due capi terroristi «sta­vano pianificando una serie di at­tentati da eseguire nei prossimi giorni contro le chiese di Baghdad». Un provvidenziale colpo di scena per il premier uscente, che sta con­ducendo intense e delicate trattati­ve per ottenere la riconferma del suo mandato alla guida del governo, no­nostante alle elezioni parlamentari del 7 marzo scorso sia stato sconfit­to, di misura, dal rivale Iyad Allawi. Un colpo di scena arrivato proprio ieri, insieme al via libera della Com­missione elettorale per una nuova conta, manuale, di circa 2,5 milioni di voti espressi, così come aveva chiesto lo stesso al-Maliki. Il premier torna insomma a spera­re. E torna a insistere sul tema del­la sicurezza. Nel corso della cam­pagna elettorale aveva puntato mol­to sul significativo aumento della stabilità registrato negli ultimi tre anni in gran parte del Paese. Negli ultimi mesi, però, tali progressi han­no segnato il passo, fino alla terribile ondata di attentati che ha insanguinato il Paese nel periodo elettorale, causando centinaia di morti. Ora, l’uccisione di al­ Masri e al-Baghdadi fissa un punto a fa­vore di al- Maliki. Che incassa anche la soddisfazione degli Usa: «È un colpo po­tenzialmente deva­stante per al- Qae­da », ha detto il vice­presidente Joe Biden, che ha defi­nito l’azione «un’importante pietra miliare» nel rafforzamento delle for­ze di sicurezza irachene. Al- Baghdadi era noto come « l’e­miro dello Stato islamico in Iraq», cioè l’alleanza di gruppi terroristi con a capo al-Qaeda, il cui “ramo” iracheno era a sua volta guidato da al-Masri sin dall’uccisione nel giu­gno 2006 del suo predecessore, il giordano Abu Mussab al- Zar­qawi. A lungo si è detto che al Ba­ghdadi era in realtà solo una fi­gura « virtuale » , per accrescere l’immagine di al-Qaeda in Iraq, dandogli un pre­sunto leader lo­cale. Non a caso il suo nome indica la provenienza da Baghdad, visto che al- Masri era invece di origine egiziana.
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