martedì 9 giugno 2015
Scontri tra gruppi rivali curdi. Il premier uscente Davutoglu (Akp) cerca intese per un esecutivo di coalizione.
Erdogan ridimensionato in ambizione e (doppi) giochi (Giorgio Ferrari)
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È di quattro morti il bilancio di scontri fra gruppi rivali curdi a Diyarbakir, nel sud-est della Turchia. Il capo di un'associazione curda islamista è stato ucciso da colpi di arma da fuoco mentre lasciava il suo ufficio nel distretto di Sehitlik. Dopo l'attacco, si è scatenata una sparatoria davanti alla sede dell'associaizone e altre tre persone hanno perso la vita. Aytac Baran era a capo dell'associazione Yeni Ihya Der, legata al partito islamista curdo Huda-Par, che ha sostituito il disciolto gruppo Hezbollah (come quello libanese), di fede sunnita.Gli scontri tra curdi islamisti e curdi comunisti del Pkk sono frequenti nel sud-est della Turchia. Il nuovo attacco è avvenuto due giorni dopo le elezioni politiche che hanno visto il partito filo-curdo Hdp entrare per la prima volta in Parlamento. Intanto ad Ankara sono cominciate le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha assegnato l'incarico al premier uscente e leader del maggior partito Ahmet Davutoglu, due giorni dopo il rovescio subito alle elezioni politiche, che hanno tolto all'Akp la maggioranza assoluta dei seggi. Al governo da 13 anni, il Partito della giustizia dello sviluppo (Akp) è primo ma ha ottenuto solo il 40,8% alle elezioni di domenica e 258 dei 550 seggi in palio, in forte calo rispetto alle legislative 2011, nelle quali aveva sfiorato quota 50%. Una situazione inedita, che ha aperto le trattative tra Akp e agli altri tre partiti presenti in Parlamento per la formazione di un esecutivo di coalizione.Se i negoziati falliranno, dopo 45 giorni Erdogan potrà indire elezioni anticipate.Il presidente ha invitato i partiti a formare un governo di coalizione, lanciando un appello alla "responsabilità", per preservare la "stabilità" della Turchia. I due principali avversari dell'Akp, il Partito repubblicano del popolo Chp (socialdemocratico) e il Partito di azione nazionalista Mhp (destra), hanno ottenuto rispettivamente il 25% e il 16,3%, con 132 e 80 seggi. Grande sorpresa elettorale il partito curdo Hdp, Partito democratico del popolo, che, con il suo carismatico leader Selahattin Demirtas, ha sconvolto la scena politica, ottenendo il 13,1% dei voti e 82 seggi. Tutti e tre i partiti in campagna elettorale hanno escluso un'alleanza con l'Akp. Gli scenari alternativi a una coalizione guidata dall'Akp sono però del tutto ipotetici. Il presidente del Chp, Kemal Kilicdaroglu, ha non ha escluso un'alleanza a tre tra i partiti d'opposizione, ma le chance sono minime. I nazionalisti non vogliono allearsi con i curdi e chiedono anzi uno stop al processo di pace con i ribelli armati del Pkk.Resta l'ipotesi di un governo di minoranza Akp. "L'eventualità più lontana, inutile parlarne" ha detto il presidente del partito Mehmet Ali Sahin. La stampa turca comincia a rilanciare voci di un avvicendamento alla guida dell'Akp se Davutoglu non riuscirà a formare un governo. Torna a circolare il nome dell'ex presidente Abdullah Gül, alternativa moderata a Erdogan, brutalmente allontanato dai vertici del partito da quest'ultimo dopo il suo arrivo alla presidenza.
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