giovedì 13 marzo 2014
​Scontri in diverse città tra polizia e manifestanti dopo il decesso del 15enne in coma da 9 mesi per essere stato ferito nella repressione delle manifestazioni di Gezi Park. Sul caso 14 milioni di tweet.
Turchia, dilagano le proteste: 2 morti
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Due persone sono morte e decine sono rimaste ferite negli scontri in diverse città turche tra polizia e manifestanti, a seguito del decesso martedì di un quindicenne ferito nelle proteste della scorsa estate partite dal Gezi Park di Istanbul.A Tunceli, nel centro del Paese, un poliziotto è stato stroncato da un infarto dopo aver inalato dosi massicce di gas lacrimogeni. A Istanbul è rimasto ucciso invece un giovane di 22 anni in una sparatoria tra sostenitori e oppositori del governo del premier filo-islamico Recep Tayyp Erdogan, in cui sono rimaste ferite due persone.Sempre a Istanbul, nel distretto di Sisli, un gruppo di manifestanti ha incendiato una sede locale del partito di Giustizia e sviluppo al potere. A Smirne la polizia ha disperso 10mila manifestanti con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni e negli scontri sono rimaste ferite numerose persone mentre altre sono state arrestate. Ad Ankara e a Bursa, sostenitori del governo hanno attaccato i manifestanti e la polizia è intervenuta per separare le due fazioni. A Denizli, nel sud-ovest dell'Anatolia, 47 persone, tra cui due poliziotti, sono state ricoverate in ospedale e 26 sono state arrestate. Decine di arresti sono stati eseguiti a Adana, Kocaeli e in altre città.Sul caso di Berkin Elvan, il 15enne morto dopo nove mesi di coma per essere stato ferito alla testa da un lacrimogeno durante le manifestazioni di Gezi Park sono stati postati in due giorni più di 14 milioni di tweet. Ieri i funerali a Istanbul. Secondo i dati forniti da Keyhole, l'hashtag #BerkinElvanOlumsuzdur (BerkinElvanImmortale) è stato twettato 11,9 milioni di volte. I tweet sull'adolescente morto dopo 269 giorni di coma fra martedì e mercoledì hanno raggiunto 70 milioni di persone in tutto il mondo.Le reti sociali sono diventate uno strumento indispensabile nella resistenza dei giovani turchi dalla rivolta di Gezi Park nel giugno scorso, quando 20 milioni di tweet venivano scambiati ogni giorno. Il premier Recep Tayyip Erdogan allora aveva definito le reti sociali un "piaga per la società". Erdogan ha minacciato di chiudere Youtube e Facebook dopo le elezioni amministrative del 30 marzo.
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