lunedì 26 gennaio 2015
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Non solo gli indignados di Podemos, i comunisti di Die Linke e del Parti de Gauche di Jean Luc Mélenchon plaudono alla vittoria di Alexis Tsipras in Grecia. Il trionfo di Syriza, la sinistra radicale anti austerità, piace anche, e non poco, agli euroscettici del britannico Nigel Farage, che con il suo Ukip vuole portare il Regno Unito fuori dall'Unione europea. "Vedremo enormi cambiamenti politici non solo in Grecia, ma anche in Spagna e altrove in Europa. Forse anchein Italia" ha dichiarato Farage commentando i risultati elettorali in Grecia.. Festeggia anche il Front National di Marine Le Pen. La presidente dell'estrema destra francese si "rallegra per lo schiaffo democratico mostruoso che il popolo greco ha dato all'Unione europea".Per non parlare del suo alleato in Europa Matteo Salvini della Lega e Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia, che in Italia guidano il fronte anti euro.Le ragioni non sono ovviamente le stesse. La sinistra insiste sull'inizio della primavera europea (Katja Kipping di Die Linke), o trasforma in "si se puede", il "yes we can" di obamiana memoria, dato che "dopo anni durante i quali Nd e Pasok hanno sequestrato la politica, la Grecia può rappresentare il paese del cambiamento" (Podemos). L'idea dietro le loro campagne elettorali e prese di posizione è quella classica della sinistra: ridistribuire le ricchezze e tentare di costruire un paese più giusto dopo anni di austerità, che non di rado ha arricchito ancora di più i ricchi ed impoverito i più poveri. Euroscettici e destra puntano ad aprire il dibattito sull'integrazione europea, battendo tasti dolenti come l'immigrazione o il terrorismo, con l'obiettivo di ricostituire al 100% la sovranità nazionale, abbandonando, tra le altre cose, la moneta unica.
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