giovedì 15 giugno 2023
Dal suo golf club in New Jersey, dove è volato dopo l’imputazione in Florida che potrebbe costargli 400 anni di cella, il tycoon è tornato all’attacco promettendo di indagare sull'attuale presidente
L'ex presidente Donald Trump durante il discorso che ha tenuto ieri al suo golf club di Bedminster in New Jersey

L'ex presidente Donald Trump durante il discorso che ha tenuto ieri al suo golf club di Bedminster in New Jersey - Reuters

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Accusa, accusa e accusa ancora. Dopo aver ascoltato in silenzio, con espressione – assicurano i presenti – preoccupata la lettura dei 37 capi d’imputazione che potrebbero costargli fino a 400 anni di prigione, Donald Trump ritorna all’attacco. Lo fa da un luogo sicuro, una volta lasciatasi alle spalle l’aula di tribunale di Miami dove, dopo aver aspettato per oltre 15 minuti l’ingresso del giudice, non ha mai lanciato uno sguardo al procuratore speciale Jack Smith, pure in aula. Dal suo golf club di Bedminister, in New Jersey, dove è volato dopo l’udienza in Florida durante la quale è stato incriminato per aver custodito centinaia di carte contenenti i segreti militari del Paese, l’ex presidente degli Stati Uniti ha parlato di «interferenza elettorale nel quadro di un altro tentativo di truccare e rubare un'elezione presidenziale». Quindi ha denunciato la «persecuzione politica», paragonandosi agli immigrati di origine sudamericana, cubani e non solo, che fuggiti da governi corrotti. «Questo giorno sprofonderà nell'infamia e Joe Biden sarà ricordato per sempre come il presidente più corrotto nella storia del nostro Paese», ha insistito il tycoon, promettendo che, se rieletto il prossimo anno, nominerà un procuratore speciale per indagare sull'attuale presidente. Oltre che con Biden, Trump se l’è presa anche con Smith, che, ora che è a centinaia di chilometri di distanza, ha definito «un pazzo furioso».

Ieri era il 77esimo compleanno del magnate dei casinò, il primo Commander-in-chief della storia americana a dover rispondere in tribunale ad accuse di spionaggio e di aver messo in pericolo la sicurezza nazionale che era stato eletto per difendere. «Lo renderemo il compleanno più grande di sempre», ha risposto ai sostenitori che gli hanno cantato «happy birthday». Anche i sostenitori che aveva incontrato poco prima ad un ristorante cubano di Miami, dove si era recato subito dopo l’udienza durante la quale si era dichiarato non colpevole, lo avevano festeggiato. «Che compleanno, che compleanno», ha risposto Trump, che non ha però sottolineato la sua età, sapendo che, come quella di Biden, è oggetto di polemiche e preoccupazioni in vista di un possibile nuovo duello nel 2024.

Nonostante i tanti guai giudiziari, infatti, Trump resta in forte vantaggio sugli altri candidati alle primarie repubblicane, alcuni dei quali stanno prendendo le distanze dal leader, sperando che l’intero partito faccia lo stesso. Il suo ex vice, Mike Pence, ad esempio, ha detto di «non poter difendere» Trump dalle accuse «molto serie» avanzate nei suoi confronti sulle carte segrete a Mar-a-Lago.

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