giovedì 31 agosto 2023
Rinuncia a comparire in aula ad Atlanta. Mentre a New York, si scopre ora, nel processo per truffa dichiarò: «Avremmo avuto un olocausto nucleare se non avessi affrontato la Corea del Nord»
Gli adesivi di Donald Trump con la foto segnaletica dell'arresto in Georgia

Gli adesivi di Donald Trump con la foto segnaletica dell'arresto in Georgia - Ansa

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A dir la verità si rischia di perdersi tra i meandri dei quattro processi aperti contro l’ex presidente statunitense Donald Trump. Conviene, quindi, andare per ordine. Partendo dall’ultimo sviluppo in ordine di tempo. Donald Trump ha presentato una dichiarazione di non colpevolezza nei confronti di 13 reati nell'ambito di un piano per ribaltare i risultati delle elezioni presidenziali del 2020 in Georgia. Gli avvocati dell'ex presidente hanno anche annunciato che egli non comparirà davanti al giudice, una possibilità prevista dalla legge dello Stato. La dichiarazione di "non colpevolezza" è stata presentata Steve Sadow, l'ultimo avvocato reclutato da Trump a fine agosto proprio per seguire il caso Georgia. Il tycoon sarebbe dovuto tornare ad Atlanta, davanti al giudice della contea di Fulton Scott McAfee, mercoledì 6 settembre.

«Ora potremmo avere invece una guerra nucleare»

Emergono, intanto, altri particolari per certi versi grotteschi in un altri dei procedimenti, quello per frode della società Trump a New York City. La presidenza degli Stati Uniti è "il lavoro più importante al mondo, si salvano milioni di vite. “Avremmo avuto un olocausto nucleare se non avessi affrontato la Corea del Nord. E se volete sapere la verità penso che ora potremmo avere una guerra nucleare". La dichiarazione di Donald Trump risale all’aprile scorso, durante la deposizione sotto giuramento nell'ambito dell'azione legale civile avviata nei suoi confronti e di quelli della Trump Organization da parte della procuratrice di New York Letitia James. Secondo quanto riportato dal New York Times, Trump si è mostrato combattivo, arrivando addirittura a lasciare poco spazio ai suoi legali. E' apparso personalmente “offeso dall'idea che la sua ricchezza possa essere stata gonfiata”.

«Oltre 250 miliardi di danni a New York»

Così Donald Trump ha chiesto l'archiviazione della causa avanzata dalla procuratrice di New, secondo la quale l'ex presidente ha gonfiato il valore dei suoi asset fino a 2,2 miliardi di dollari. Una richiesta in vista del processo che dovrebbe aprirsi in ottobre, prima di quelli relativi alle quattro incriminazioni dell'ex presidente. In attesa dell'avvio del procedimento legale, James ha depositato nuovi documenti in tribunale: centinaia di pagine di documenti accusatori alla Corte Suprema locale a sostegno della causa civile che ha intentato nel settembre 2022 per "chiedere oltre 250 milioni di dollari di danni al signor Trump e ai suoi figli e il loro gruppo Trump Organization per frode fiscale e finanziaria".

L'ex presidente Usa Donald Trump

L'ex presidente Usa Donald Trump - Reuters

Nei documenti giudiziari rilasciati dall'accusa, la procuratrice ritiene che Trump abbia sopravvalutato la sua situazione finanziaria ogni anno tra il 2011 e il 2021 - compreso quando era alla Casa Bianca dal 2017 al 2021 - "tra il 17% e il 39% , ovvero tra 812 milioni e 2,2 miliardi di dollari" ogni anno. "Almeno dal 2011, gli imputati e altri che lavorano per loro presso la Trump Organization hanno falsamente gonfiato di miliardi di dollari il valore dei loro beni registrati nel rendiconto finanziario annuale di Donald J. Trump", scrivono i pubblici ministeri. "Di fronte a queste prove inconfutabili, la corte non ha bisogno di un processo per stabilire che gli imputati hanno gonfiato in modo significativo il valore dei loro beni", hanno affermato gli uffici di Letitia James. Va ricordato che lo scorso gennaio la Trump Organization era già stata condannata a New York - ma penalmente - ad una multa massima di 1,6 milioni di dollari per frode finanziaria e fiscale.

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