giovedì 7 settembre 2017
Il commissario Cecilia Malmström trova adesioni in 50 Paesi: richiesta alle Nazioni Unite per la messa al bando degli strumenti usati per la pratica
Il commissario europeo al Commercio Cecilia Malmström (Ansa)

Il commissario europeo al Commercio Cecilia Malmström (Ansa)

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Un’alleanza per mettere al bando il commercio di strumenti di tortura e per le esecuzioni capitali, dai bastoni chiodati alle «cinture» per scosse elettriche, ai cocktail letali.
A lanciarla è stata l’Ue, che sta trovando adesioni in 50 Paesi di tutti il mondo. L’obiettivo, ha spiegato il commissario europeo al Commercio Cecilia Malmström, è presentare una richiesta già tra pochi giorni all’Onu per una messa al bando globale. Ad avanzarla formalmente sarà l’Ue affiancata dall’Argentina e della Mongolia. «La tortura – ha dichiarato Malmström – è vietata in tutto il mondo, eppure continua a verificarsi, mentre i prodotti che servono a torturare la gente continuano ad essere commercializzati in tutto il mondo».
Tra gli altri futuri aderenti figurano Paesi come l’Australia, la Nuova Zelanda, il Canada, la Norvegia. Non invitati invece stati con gravi situazioni sul fronte dei diritti umani, come l’Iran, la Cina o l’Arabia Saudita. «Noi siamo impegnati a proteggere i diritti umani – ha dichiarato ancora Malmström – a combattere contro la tortura e per l’abolizione della pena di morte. Questa è dunque un’alleanza per avviare azioni concrete, per fermare questo terribile commercio o almeno rendere molto più difficile ottenere questi strumenti».

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