giovedì 11 maggio 2023
A mezzanotte scade la norma che per 40 mesi ha consentito l'espulsione automatica di 2,8 milioni di persone senza possibilità di chiedere asilo. Ma la linea dura per contenere il flusso resta vigente
I rifugi di El Paso sono al collasso

I rifugi di El Paso sono al collasso - Reuters

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Milena non riesce a contenerla: una risata isterica le sale dal petto. E’ nervosa, felice e spaventata allo stesso tempo. Con il fidanzato Edison, sono riusciti a entrare illegalmente a El Paso dalla gemella messicana Ciudad Juárez poche ore prima della scadenza del “Titolo 42”. Emanata all’inizio dell’emergenza Covid dall’amministrazione Trump, negli ultimi quaranta mesi, la norma ha blindato la frontiera sud degli Usa per “ragioni sanitarie”: 2,8 milioni di profughi sono stati espulsi in modo automatico, senza possibilità di chiedere asilo. Dopo l’arrivo alla Casa Bianca di Joe Biden, la misura è rimasta in vigore, non senza frizioni. Il presidente democratico ha cercato varie volte di derogarla. Poi, l’opposizione dei giudici e l’alzata di scudi di repubblicani e anche una parte dei democratici, ha favorito il mantenimento dello status quo. Fino ad oggi. Con la fine della pandemia, a mezzanotte anche il “Titolo 42” volgerà al termine. Per i migranti, però, la situazione potrebbe non migliorare, come avvertono gli attivisti. Anzi.

La gran parte dei profughi sono donne e bambini

La gran parte dei profughi sono donne e bambini - Reuters

Nonostante la retorica dell’ala dura conservatrice, da domani, la frontiera non sarà affatto aperta. La paura che l’estinzione del bando si traduca in un flusso record è forte a poco più di un anno dalle presidenziali. Si calcola che 150mila aspiranti richiedenti asilo siano ammassati dal lato messicano della frontiera in attesa di poter presentare istanza. La Casa Bianca è determinata a sbarrare loro il passo. Il “Titolo 42”, innanzitutto, viene sostituito dal “Titolo 8”: da domani, chi attraversa irregolarmente il confine potrà essere espulso nel giro di qualche giorno con un processo rapido e non potrà riprovare nei successivi cinque anni. Sul confine, inoltre, varrà la presunzione di non idoneità all’asilo. La domanda sarà, cioè, rifiutata di default a quanti non l’abbiano presentata nei Paesi attraversati prima di raggiungere gli Usa. E ai profughi che si presentino alla polizia di confine senza avere preso un appuntamento mediante l’apposita App. Quest’ultima ne assegnerà mille al giorno. Un decimo di quanti hanno intasato le dogane le scorse settimane. «Chi entra da questa notte sarà illegale», ha tuonato il segretario per la Sicurezza interna, Alejandro Mayorkas. Biden, tuttavia, ha precisato che non si tratterà di un altro blocco della frontiera. Al contrario - ha affermato - verranno ampliate le vie legali di migrazione. In quest’ottica, Washington si è impegnata a raddoppiare la cifra dei rifugiati dal Continente, a mantenere il programma di permessi umanitari di due anni per 30mila cittadini al mese di nazionalità venezuelana, haitiana, cubana e nicaraguense e ad accettare 100mila honduregni, guatemaltechi e salvadoregni con familiari negli Stati Uniti. La novità più interessante, tuttavia, è l’annuncio di centri in Colombia e Guatemala dove i migranti possano far richiesta in loco.

Il Texas ha schierato un'unità tattica della Guardia nazionale

Il Texas ha schierato un'unità tattica della Guardia nazionale - Reuters

I disperati del Continente, però, non sembrano fidarsi delle promesse della Casa Bianca. Decine di migliaia continuano a bussare alla porta meridionale degli Usa spinti dalla crisi post-Covid che flagella l’America Latina. La pandemia ha incenerito due decenni di progressi nella lotta alla povertà estrema, la disoccupazione media è a due cifre, la guerra in Ucraina ha fatto lievitare i prezzi del cibo. “Titolo 42” o “Titolo 8”, la grande fuga per sopravvivere non si ferma. Tre città del Texas – Brownsiville, Laredo e El Paso – hanno dichiarato lo stato di emergenza per gli arrivi record e il governatore, Greg Abbott, ha schierato un’unità tattica della Guardia nazionale per allentare la pressione, a cui si sommano 1.500 soldati spediti da Washington.

La città di El Paso ha dichiarato lo stato di emergenza

La città di El Paso ha dichiarato lo stato di emergenza - Reuters

Da giorni, però, lungo il Rio Bravo regna il caos, come confermano fonti locali. Al centro di Aiuto umanitario di Brownsville, guidato da suor Norma Pimentel, i volontari non si fermano un attimo per rispondere alle richieste dei nuovi arrivati. Molti sono preoccupati sul loro futuro e, spesso, il loro unico rifugio è la preghiera.


E lo stesso Biden è consapevole che da domani potrebbe andare peggio. «Per un po’ la situazione sarà caotica», ha detto il presidente. Negli ultimi giorni, la polizia ha fermato e chiuso nelle proprie strutture oltre 28mila persone. Le richieste quotidiane dovrebbero raggiungere quota 13mila mentre i rifugi sono già al collasso tanto che a El Paso molti sono stati alloggiati in due scuole.

Migranti lungo le rive del Rio Bravo

Migranti lungo le rive del Rio Bravo - Reuters


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