sabato 2 dicembre 2023
Un tribunale della Lousiana ha ordinato al governatore Abbott di rimuovere la barriera di boe sul Rio Bravo per fermare i migranti in arrivo dal Messico
Un gruppo di migranti cerca di attraversare il Rio Bravo nella zona di Reynosa

Un gruppo di migranti cerca di attraversare il Rio Bravo nella zona di Reynosa - Ansa

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Il Texas si conferma in prima linea nella battaglia politica che negli Usa si gioca sulla pelle degli immigrati. Un giudice federale ha ordinato al governatore dello Stato, il repubblicano Greg Abbott, di rimuovere il «muro galleggiante», fatto di boe, che aveva fatto stendere sopra il Rio Bravo, il fiume che forma un confine naturale tra Stati Uniti e Messico. Si tratta di una delle tante strategie adottate da Abbott per ridurre il flusso di immigrati all’interno del suo Stato, ed era stata duramente criticata come pericolosa dal governo messicano, dalle organizzazioni per i diritti umani e dall'Amministrazione di Joe Biden, che aveva fatto causa alle autorità texane.
Il quinto circuito d'appello a New Orleans, in Louisiana, un tribunale che di solito dà ragione alle cause conservatrici, ha questa volta preso posizione a favore del governo democratico, imponendo alle autorità texane di riportare sul lato americano i trecento metri di boe. Il giudice ha respinto la versione di Abbott che la barriera non era soggetta alla legge federale ma a quella locale. E ha sottolineato che il muro galleggiante ha creato un «rischio potenziale per le vite umane». In agosto, i corpi di due migranti morti annegati erano stati trovati tra le boe, situate tra Eagle Pass in Texas e Piedras Negras, Coahuila. La decisione non mette però fine alla controversia giudiziaria tra Washington e Austin.
Lo stesso governatore ha fatto sapere che andrà avanti «fino alla Corte Suprema se necessario per proteggere il Texas dalle frontiere aperte di Biden», ha detto Abbott, che ha adottato le misure draconiane anti-immigrati imposte da Donald Trump durante la sua presidenza. Qualche giorno fa, il governatore ha ufficialmente appoggiato l’ex presidente come candidato per la campagna presidenziale del 2024. La sentenza mette a nudo le tensioni politiche sull’immigrazione provocate sia dalle misure di Trump e Abbott che dalle politiche speso contraddittorie attuate da Biden. Il forte aumento negli arrivi di persone senza documenti dal Sud degli Usa (circa 400mila persone hanno cercato di attraversare il confine l'ultimo anno) ha creato non pochi problemi allo stesso Biden. Man mano che gli immigrati si sono stabiliti in quantità sempre più elevate in Stati e città a maggioranza democratica del Nord, dove sono spediti in bus dai governatori repubblicani del Sud, le amministrazioni progressiste hanno smesso di aprire le braccia. Sempre più sindaci, governatori ed elettori democratici hanno chiesto con insistenza a Biden di intervenire. E a inizio ottobre, con un retromarcia clamoroso, il presidente Usa ha ordinato di far ripartire la costruzione del muro di confine voluto da Donald Trump. La stessa barriera che, durante la campagna elettorale del 2020, Biden aveva promesso di «non fare avanzare di un metro».
In mezzo a tanta confusione, il Texas questa settimana ha incassato un'altra sconfitta giudiziaria. Alia Moses, un giudice distrettuale, ha stabilito che gli agenti federali del Border Patrol possono tagliare i 48 chilometri di filo spinato che la polizia texana ha installato vicino a Eagle Pass per impedire il passaggio degli immigrati.

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