lunedì 19 maggio 2014
Gli elettori della Confederazione hanno respinto con il 76,5% dei voti la proposta dei sindacati fortemente osteggiata dal governo e dagli imprenditori.
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Gli svizzeri dicono no allo stipendio minimo più alto del mondo: con il 76,5% di voti contrari, gli elettori della Confederazione hanno infatti clamorosamente bocciato l'iniziativa popolare "Per la protezione di salari equi", promossa dai sindacati e fortemente osteggiata dal governo e dagli imprenditori. Il testo, respinto in tutti i 26 cantoni e semi-cantoni, prevedeva uno stipendio minimo legale a livello nazionale di 22 franchi all'ora (18 euro), pari a una remunerazione mensile di circa 4mila franchi (quasi 3.300 euro) per un impiego a tempo pieno di 42 ore settimanali. L'esito della votazione, che mantiene la Svizzera tra i Paesi privi di uno stipendio minimo legale, è una "chiara sconfitta", ha riconosciuto l'Unione sindacale svizzera (Uss). All'opposto, il ministro dell'Economia si è rallegrato per il risultato: per Johann Schneider-Ammann, la vittoria del sì avrebbe comportato perdite di posti di lavoro, soprattutto quelli meno qualificati e nelle zone periferiche, e "il lavoro è il miglior antidoto alla povertà". Anche per le associazioni padronali, ovviamente, il verdetto delle urne è positivo e costituisce "un riconoscimento del modello svizzero" con salari concordati tra le parti sociali.
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